Tirrenia salva a termine
Il Governo corregge l’operazione e concede altri 90 giorni alla cordata degli armatori Restano i dubbi della Ue sugli aiuti di Stato e la discontinuità
Via libera a una proroga di 90 giorni sul contratto di Compagnia italiana di navigazione (Cin) per l’acquisizione di Tirrenia. E soddisfazione da parte degli armatori – Vincenzo Onorato in primis – che formano la compagine che si è aggiudicata la gara. I quali si dicono pronti a concludere l’operazione, spiegando il loro progetto industriale, che prevede il rinnovo della flotta Tirrenia, con la sostituzione di dieci navi.
Ieri, giorno della scadenza dell’accordo, dopo un week end e un inizio di settimana durante i quali l’aggiudicazione di Tirrenia ha rischiato di saltare, per le critiche all’impostazione della privatizzazione elencate in una lettera informale dell’antitrust Ue al Governo italiano, il ministero dello Sviluppo economico ha compiuto la sua mossa. Decidendo di difendere, sia pure con robusti correttivi, lo schema dell’operazione Tirrenia. Il Mise, dunque, fa sapere, in una nota ufficiale, di aver autorizzato la richiesta del Commissario straordinario della compagnia statale, Giancarlo D’andrea, «di prorogare per 90 giorni (fino a giugno, quindi, mese entro cui è atteso il giudizio definitivo dell’antitrust, ndr) il contratto con la compagnia di navigazione Cin».
Questa decisione , prosegue il ministero, «giunge in seguito alla disponibilità, formalizzata da Cin, di assumere misure strutturali per superare definitivamente le criticità in materia di concorrenza emerse a Bruxelles. L’applicazione del percorso indicato da Cin sarà attentamente seguita dalla struttura commissariale, così come disposto dal Mise». E qualora «le iniziative messe in atto da Cin non fossero va- lutate positivamente dalle autorità nazionali ed europee, il Governo avrà comunque il tempo necessario per attivare percorsi alternativi che garantiscano la salvaguardia del servizio e la continuità territoriale».
Tre sono i punti su cui l’esecutivo ritiene che si possano trovare soluzioni soddisfacenti per la Ue. Il primo è l’eccessiva concentrazione di armatori di traghetti (Onorato, patron di Moby, Manuel Grimaldi, ad di Grimaldi Group, e Gianluigi Aponte, proprietario di Grandi navi veloci e Snav) all’interno di Cin. Su questo tema, la soluzione proposta da Cin, già attuata e pronta per essere presentata a Bruxelles, è l’uscita di Aponte dalla compagine, più una serie di altri correttivi sulle rotte, allo studio. Il secondo punto riguarda gli aiuti di Stato ricevuti da Tirrenia dagli anni ’90 e ritenuti illegali dalla Ue. Su questo, assicurano fonti governative, «è aperto un confronto con Bruxelles». Ultima questione (legata alla precedente), i dubbi dellaue sul fatto che la procedura di cessione a Cin segni una vera di- scontinuità aziendale rispetto alla vecchia Tirrenia. Su questo, fanno capire al Governo, è D’ANdrea che deve muoversi, convincendo Bruxelles, carte alla mano, che la discontinuità esiste.
Il punto di vista degli armatori è Onorato ad esprimerlo: «La Cin c’è, è interessatissima a Tirrenia e va avanti nell’operazione: è un anno e mezzo che ci lavoriamo. Confermo anche la disponibilità a ricevere indicazioni dal Governo rispetto alle problematiche con Bruxelles». Onorato afferma che «Aponte è uscito da Cin. Ma sarei stato disponibile anche a uscire io, se questo fosse servito a proseguire l’operazione». E aggiunge che sulla compagine societaria «c’è un work in progress». In effetti, a quanto risulta, un dialogo è aperto tra la Regione Sardegna (che l’estate scorsa ha fatto concorrenza a Tirrenia, e ai privati, con la Saremar, ex controllata della stessa Tirrenia) e il Governo.
«Credo – dice Onorato – che la Regione si appresti a entrare in Cin. E io ne sono ben felice. Perché a noi interessa garantire la continuità territoriale tra isola e continente nonché l’occupazione. Lunedì ho firmato l’accordo tra Toremar (recentemente acquisita da Moby, ndr) e i sindacati, con il quale ho assunto 206 addetti a tempo indeterminato. Intendiamo dare garanzie analoghe anche ai 1.500 lavoratori di Tirrenia». Riguardo, poi, al progetto industriale previsto da Cin per Tirrenia, Onorato spiega: delle 18 navi della compagnia, «10 sono da mandare in demolizione. Sette subito, entro il 2012, e intendiamo sostituirle con 5 unità più nuove e veloci (da prendere a noleggio a scafo nudo, ndr). Altre tre potranno uscire nel 2013».