Federmacchine «fa l’ice» per le aziende in India
Mission ed eventi per tutto il 2012
Machines Italia in India. Con l’istituto per il commercio estero (Ice) messo in stand-by dal vecchio governo, il ministero dello Sviluppo economico si è affidato alle associazioni delle imprese per organizzare un road show dell’industria meccanica italiana in uno dei mercati più promettenti: l’india. La missione è partita martedì da New Delhi e toccherà tutti in principali centri industriali del paese nei prossimi mesi, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra le imprese indiane e i produttori italiani di macchine utensili, macchine agricole e impianti di trasformazione alimentare, «secondo la specificità del comparto di riferimento» ha spiegato il presidente di Federmacchine Giancarlo Losma, nel presentare nella capitale indiana. «Con 1,2 miliardi di abitanti e un incremento medio del Pil del 9% nel prossimo biennio – ha spiegato Losma – l’india rappresenta un’area di estremo interesse per le imprese italiane del comparto».
Federmacchine, che raccoglie 13 associazioni di aziende produttrici di macchine destinate ai processi manifatturieri dell’industria e dell’artigianato, è stata incaricata dal ministero dello Sviluppo (che ha finanziato l’iniziativa) di organizzare e gestire un programma di eventi in India ma anche in Italia con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta attraverso tre canali: l’incontro commerciale tra le imprese, la formazione di tecnici indiani, anche con periodi di permanenza in Italia, e visite di delegazioni indiane alle imprese italiane del settore. Oltre alle associazioni di Federmacchine, ha aderito all’iniziativa anche Assofoodtech (macchine per la trasformazione degli alimenti). Il calendario degli eventi, che si sviluppa da qui alla fine dell’anno ma che potrebbe proseguire anche oltre, si articola tenendo conto delle principali fiere dei diversi settori industriali interessati, sia in India che in Italia. L’ucimu (macchine utensili) per esempio ha presentato le proprie imprese ieri e oggi ai potenziali clienti a New Delhi mentre a fine settembre, in occasione della Bi.mu, una delle principali fiere del settore in Europa, ospiterà a Milano le delegazioni di imprenditori indiani e organizzerà due settimane di formazione per gli ingegneri indiani sulle macchine "made in Italy". In questi giorni, ad Ahmedabad (dove è in cor- L’industria dei macchinari italiana - Preconsuntivo
Produzione
Export Consegne in Italia
Import Consumi in Italia
2011 2011/10
+12,2%
+16,4%
+3,5%
+6,9%
+4,7% so la Indian Ceramic Fair), si tengono seminari e incontri per le imprese che producono macchine per la lavorazione della ceramica, mentre i primi di maggio a Mumbai sarà la volta dell’industria meccanotessile. Il calendario aggiornato è disponibile sul sito www. machinesitaliainindia.com.
All’incontro di New Delhi, a cui era presente anche il ministro dell’industria indiano Anjali Prasad, hanno partecipato più di un centinaio di aziende dei due paesi. Nelle intenzioni degli organizzatori, Machines Italia in India deve riuscire a creare «connessioni concrete» non solo con potenziali clienti delle aziende italiane, ma anche con agenti di vendita (particolarmente importanti per le piccole e medie imprese che da sole non riescono a penetrare mercati così lontani) o potenziali partner industriali con cui confrontarsi sui modelli di business fino a sviluppare insieme nuove attività di produzione per il mercato indiano. Una "scala" di internazionalizzazione, dunque, con diversi gradi di intensità come diverse sono le esigenze delle 6.300 imprese italiane del macrosettore "macchinari" che danno lavoro a 182mila persone e nel 2011 hanno realizzato un fatturato complessivo di 38 miliardi di euro, in crescita di oltre il 12 per cento. Nei primi nove mesi del 2011 l a crescita dell’export di macchinari italiani verso l’india è in rallentamento rispetto al +40% del 2011, ma continua comunque a viaggiare a "doppia cifra" (+13,4%).
Machines Italia in India, se da un lato mette in evidenza il dinamismo dei settori industriali italiani più aperti alla competizione globale, dall’altro conferma una volta di più quanto sia stata scriteriata la decisione di sopprimere l’ice.