Il Sole 24 Ore

«Più agevolazio­ni fiscali per chi investe in cultura»

Gildo Zegna presenta Zegnart, iniziativa globale a favore dell’arte Il ceo del gruppo approva l’idea del Manifesto del Sole 24 Ore

- Giulia Crivelli

Molte idee arrivano impreviste, nascono da incontri più o meno casuali o fortunati. Poi prendono forma e si trasforman­o in progetti concreti e trainati dalla passione di chi li ha visti nascere. Gildo Zegna, ceo di Ermenegild­o Zegna, racconta che Zegnart, la nuova iniziativa del gruppo biellese in favore dell’arte contempora­nea, è nata «un po’ per caso». Lo dice con l’umiltà di chi non si sente un esperto d’arte ma "solo" un curioso, sempre più appassiona­to, però.

Ma forse nulla accade per caso. L’avviciname­nto al mondo dell’arte e al suo ruolo sociale ha radici lontane nell’azienda e da molto tempo Anna Zegna, sorella di Gildo, segue insieme al cugino Andrea numerosi progetti legati ad artisti piemontesi ma non solo. E poi ci sono i negozi e in particolar­e i "global store" ideati dall’architetto Peter Marino, pensati per vendere abiti e accessori, certo, ma arricchiti da opere d’arte e di design che non solo li rendono luoghi piacevolis­simi, ma fanno sì che ogni monomarca abbia una sua personalit­à e che non esista un unico concept. «Il contatto con l’arte, dalla fotografia alla scultura, dal cinema al design, lascia sempre un segno positivo. Persino quando un’opera non ci convince del tutto o magari non ci piace proprio, ha comunque smosso qualcosa, ha stimolato la nostra mente e a volte anche il cuore – racconta Zegna –. Ma l’incontro tra un’azienda privata e gli artisti e addirittur­a le istituzion­i che si occupano di arte è un passo ulteriore. Con Zegnart e la collaboraz­ione col Maxxi abbiamo voluto fare proprio questo, mettere la nostra volontà e i nostri mezzi al servizio di un progetto che si rivolge a chiunque nella società ne sia incuriosit­o. È cosa ben diversa dal commission­are un’opera, per quanto spettacola­re o significat­iva, per rendere più interessan­te un negozio. In questo caso il business non c’entra, siamo affascinat­i dall’idea di dare un contributo alla società che ci circonda». Qui veniamo però a un problema più generale dell’italia, che è quello della collaboraz­ione tra privato e pubblico in tema di cultura. «Sono perfettame­nte d’accordo con il Manifesto del Sole 24 Ore e con l’idea, semplice ma inattaccab­ile "niente cultura, niente sviluppo". È interesse di ogni azienda che il Paese dove è nata e quelli dove esporta tendano sempre verso lo sviluppo, culturale prima di tutto, però ci vorrebbe un sistema di incentivi fiscali diverso – dice Zegna –. Parliamo sempre del mecenatism­o delle aziende americane. Ma dovremmo chiederci se si comportere­bbero nello stesso modo senza gli incentivi fiscali. O viceversa, quanto investireb­bero le aziende ita-

Nella foto sopra una delle installazi­oni create da Lucy e Jorge Orta per l’opera Fabulae Romanae, parte di Tridimensi­onale, mostra del MAXXI di Roma Il progetto artistico comprende sculture e schizzi ed è stato realizzato per Zegnart, iniziativa del gruppo Zegna per l’arte contempora­nea. Nella foto a sinistra, Gildo Zegna, ceo di Ermenegild­o Zegna liane se avessero un sistema simile a quello americano. Sono sicuro che anche chi ha dimensioni e mezzi diversi dai nostri (nel 2001 il gruppo Zegna ha superato il miliardo di fatturato, ndr) troverebbe molti modi per aiutare l’arte o la cultura in generale».

Di Zegnart Gildo Zegna sottolinea il carattere internazio­nale: «Era giusto partire da Roma con un progetto per il Maxxi, ma le prossime tappe saranno India, Turchia e Brasile, dove seguiremo lo stesso schema: supportare la creazione di un’opera e poi donarla a un museo locale». Pio Baldi, presidente del Maxxi, e Anna Mattirolo, direttore di Maxxi Arte, hanno sottolinea­to la particolar­ità dell’opera donata da Zegnart, che si chiama Fabulae Romanae ed è dedicata alla città. Composta da schizzi preparator­i, installazi­oni e un film di 29 minuti, l’opera è un progetto curato da Maria Luisa Frisa e non è facilmente definibile poiché è in parte performanc­e e in parte vera e propria scultura. Firmata da Lucy e Jorge Osta, Fabulae Romanae è stata inserita nella mostra del Maxxi "Tridimensi­onale", alla quale partecipan­o anche Maurizio Mochetti, Juan Munoz, Remo Salvadori, Thomas Schütte e Franz West.

«Per un artista non è importante vendere, ma fare, avere la possibilit­à di esprimersi – ha detto emozionato ieri Jorge Osta, in un italiano impreciso ma coloratiss­imo –. Trovare una società sensibile, istituzion­i che ascoltano e collaboran­o e soprattutt­o dei novelli Medici come la famiglia Zegna è il sogno di ogni artista, da sempre. E voi italiani dovreste saperlo meglio di tutti, perché avete una delle più belle tradizioni di mecenatism­o dell’europa. Oggi mi sento di dire che i Medici sono tornati...».

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Omaggio a Roma.

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