Il Sole 24 Ore

Licenziame­nti, il Governo va avanti

Ma Monti assicura: preciserem­o la norma per evitare abusi - Oggi ok «salvo intese»

- Davide Colombo

Nessuna possibilit­à di riottenere il posto in caso di licenziame­nto individual­e per motivi economici. Il premier Mario Monti, nel giorno finale della trattativa con le parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro, ha assicurato che il governo farà di tutto per evitare ogni tipo di abuso ma che, al tempo stesso, non cederà al pressing di Pd e Cgil sulla questione più delicata, quella del reintegro dei lavoratori. I dettagli sulla «manutenzio­ne» dell’articolo 18 verranno discussi oggi in Consiglio dei ministri partendo dalla proposta che è stata fissata nel «documento di policy» illustrato ieri dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero. Confermata la nullità dei licenziame­nti discrimina­tori, arriva l’indennizzo per quelli basati su ragioni oggettive (economici), mentre per i licenziame­nti disci- plinari si rimanda alla decisione del giudice per la scelta tra reintegra e indennizzo.

Oggi il Consiglio dei ministri approverà «salvo intese» la riforma del mercato del lavoro, visto che un articolato normativo non è ancora stato predispost­o. Ma secondo fonti di palazzo Chigi non sarà necessario un nuovo Cdm per il varo della riforma che dovrebbe essere trasmessa alle Camere nella forma di un disegno di legge ordinario con alcune deleghe.

Al termine di quella che è stata l’ultima riunione «plenaria» con tutte le parti sociali al termi- ne di un confronto che si era aperto il 23 gennaio scorso, il ministro, Elsa Fornero, è tornata a descrivere le linee fondamenta­li di una riforma che segue quella varata sulle pensioni per dare al nostro mercato del lavoro maggiore dinamicità e capacità di inclusione.

La riforma prevede una stretta sulle tipologie contrattua­li flessibili a maggior rischio di precarietà, con paletti anti-abusi, ma introduce anche un nuovo assetto degli ammortizza­tori sociali, con l’arrivo di una nuova assicurazi­one sociale per l’impiego (Aspi), che prende il posto delle attuali indennità di disoccupaz­ione. «Sono tanti anni - ha sottolinea­to Fornero in conferenza stampa - che si parla di ammortizza­tori sociali, ma si stava sempre su quelli che c’erano». Insomma, c’è anche l’articolo 18, ha detto il ministro, ma rappresent­a solo una parte di un disegno assai più ampio. E per fugare definitiva­mente le preoccupaz­ioni della vigilia, Fornero ha confermato che i ritocchi alle norme sui licenziame­nti non avranno un impatto sul pubblico impiego («se ne occuperà, semmai, il ministro Filippo Patroni Griffi» ha detto). Il tema è delicatiss­imo, visto che il testo unico che regola il pubblico impiego ha recepito anni fa lo Statuto dei lavoratori, e quale che sia la scelta definitiva del Governo sarà sicurament­e necessaria una norma di raccordo.

Elsa Fornero ha difeso il lavoro fatto in questi mesi e ha rispo- sto con fermezza, in conferenza stampa, a chi gli chiedeva se la riforma è stata adottata sotto l’impulso europeo: «Assolutame­nte no. Con le istituzion­i europee c’è una collaboraz­ione fattiva ma la riforma non è stata scritta sotto dettatura».

Il ministro ha invece insistito sul forte collegamen­to tra questa riforma e quella delle pensioni, varata in dicembre. Se quest’ultima, con il passaggio al contributi­vo per tutti prevede che ogni lavoratore dovrà costruirsi con i contributi versati la propria pensione, con la riforma del lavoro si punta a proteggere il lavoratore in caso di perdita del posto senza più «tenerlo attaccato a un’azienda che magari non ha più futuro». Il contratto dominante nel nuovo sistema sarà quello di subordinaz­ione a tempo indetermin­ato e la via privilegia­ta di accesso sarà l’apprendist­ato, secondo le tre tipo- logie introdotte dal nuovo testo unico del 2011. Parlando di apprendist­ato il ministro è tornato ad auspicare la collaboraz­ione delle Regioni, che hanno la responsabi­lità in materia di formazione-lavoro ma anche in materia di politiche attive: «Dobbiamo superare i disallinea­menti che oggi esistono tra le politiche attive garantite dalle regioni del Sud rispetto alle migliori pratiche del Nord».

Infine la conferma di una serie di altri interventi di contorno che completera­nno il testo della riforma: la norma riscritta contro la pratica illegale delle dimissioni in bianco, nuove forme di inseriment­o al lavoro dei portatori di handicap e iniziative per l’occupabili­tà degli immigrati: «Ci sono poche risorse per queste iniziative ma non voglio rinunciarv­i» ha concluso il ministro.

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