Le priorità: crescita, dialogo ed Europa
Superare la disoccupazione
Tornare a crescere. Ritrovare un «progresso economico, civile e sociale». Giorgio Squinzi ha indicato ieri a grandi linee le priorità della sua futura presidenza: «Il mio programma era semplice, lo riempiremo con temi più specifici dopo aver consultato la base».
Sarà pronto per la giunta del 19 aprile, insieme alla squadra. «La mia azione come presidente sarà in collaborazione con tutte le componenti del sistema associativo». Con una Confindustria che possa dare «una spinta importante per ritrovare la crescita».
Sono le parole che il presidente designato ha pronunciato ieri, impegni che aveva già messo nero su bianco nelle due lettere inviate agli associati e ai membri di giunta a febbraio e la scorsa settimana. «Come imprenditore ho sempre avuto l’ossessione della crescita», aveva scritto Squinzi.
Ieri ha insistito su questo obiettivo, con una particolare attenzione: la disoccupazione, specie dei giovani. Ribadendo quella che secondo lui è una priorità fondamentale: la semplificazione burocratica. «Se vogliamo riprendere a crescere bisogna rendere più semplice la burocrazia», ha detto ieri Squinzi. Un tema su cui ha insistito anche in questi mesi, negli incontri con la base. Non potevano mancare domande in conferenza stampa sulla trattativa in corso sul mercato del lavoro e in particolare sull’articolo 18. Ma sui temi d’attualità il numero uno designato ha messo un paletto: «Il presidente di Confindustria fino a maggio è Emma Marcegaglia e spetta a lei esprimersi». Si è limitato solo a dire: «Aspet- tiamo a dare un giudizio, vediamo ciò che accade».
Squinzi si è comunque soffermato sul suo modo di interpretare le relazioni sindacali: «Non sono una colomba come sono stato descritto. Sono stato dipinto in tutti i modi. Ciò che penso è che le relazioni sindacali debbano essere costruite su un rapporto serio». Aggiungendo: «Sono per il dialogo, per un colloquio continuo e costruttivo, non sono per gli scontri».
Ed ha ricordato la sua esperienza da presidente di Feder- chimica: «Ho firmato ben 6 contratti con tutti i rappresentanti sindacali, senza un’ora di sciopero. Ed ho anche ottenuto concessioni epocali, come il primo fondo integrativo per l’assistenza sanitaria o come le deroghe alla parte normativa del contratto nazionale».
Oggi, nella squadra della Marcegaglia, Squinzi è vice presidente per l’europa. Ed è anche questo un aspetto che ieri ha indicato come uno dei cardini dell’azione dei prossimi anni di Confindustria: più attenzione a Bruxelles, puntare a realizzare gli Stati Uniti d’europa, ha sottolineato il futuro presidente di Confindustria, ricordando che questa frase è stato spesso usata anche dalla presidente della Confindustria francese, Laurence Parisot. bloccata, però, dalla scomparsa primadi Ballerini e poi di Aldosassi, anima del Centro Mapei Sport di Castellanza che continua a preparare campioni come Cadel Evans. Più recente l’impegno nel calcio: il patron della Mapei (grande tifoso del Milan) da alcuni anni è proprietario e sponsor del Sassuolo calcio che sta lottando per salire dalla serie B alla A.
Una passione ciclistica che si rinnova ogni domenica mattina. Immancabile l’appuntamento di Giorgio Squinzi (corre esclusivamente su bici Colnago) con un gruppo di amici sulle strade della Brianza, della Val Taleggio o sulle rampe del Ghisallo o del passo San Marco. Scorribande in amicizia che si chiudono con un brindisi; prosecco di Valdobbiadene, salame e formaggio delle valli bergamasche dell’amico Giacomo e la torta del pasticcere Sergio, fedelissimi delle uscite della domenica. Sempre in pista (Squinzi ora percorre in media 2mila chilometri all’anno ma nei periodi migliori è arrivato a 4mila) per preparare l’appuntamento clou della stagione: il Mapei day di metà luglio con la scalata da Bormio allo Stelvio. Da fare in ogni condizione di tempo: come nel 2008 quando Giorgio Squinzi, arrivato in vetta, al termine di una scalata sotto la neve e la grandineha ancora la forza di incoraggiare gli amici stanchi e infreddoliti: «Anche noi siamo entrati nella leggenda».