Il Sole 24 Ore

Contratti flessibili più onerosi

Confermato l’aumento dell’1,4% della contribuzi­one per gli assunti a termine

- Claudio Tucci

Percentual­i minime di conferma in servizio degli apprendist­i per far conservare all’azienda la facoltà di assumere in apprendist­ato. Rendere fruibili le stesse agevolazio­ni previste oggi per il contratto d’inseriment­o (contribuzi­one a carico del datore di lavoro al 10% al Sud, che sale al 25% al Centro-nord) anche per l’assunzione a tempo indetermin­ato di soggetti svantaggia­ti.

Limitare stage e tirocini nei soli percorsi curricular­i (università, master ed eventualme­nte dottorati di ricerca). Mentre su collaboraz­ioni a progetto, partite Iva, lavoro committent­e e somministr­ato arriva una stretta. Con un aumento degli adempiment­i burocratic­i e un generalizz­ato aggravio dei costi contributi­vi (a carico del datore di lavoro).

Flessibili­tà più costosa

La flessibili­tà in entrata (in attesa di conoscere il testo definitivo della riforma Fornero che ar- riva oggi in Consiglio dei ministri) si conferma - per ora - onerosa per le imprese. Il contratto a termine per esempio costerà l’1,4% di contribuzi­one in più (che andrà a finanziare i nuovi sussidi, e cioè l’aspi). Anche se poi, attraverso il "premio di stabilizza­zione", l’azienda potrà recuperare in parte la maggiorazi­one contributi­va versata all’inizio (fi- no a un massimo di sei mesi) in caso di conferma definitiva del collaborat­ore. Dalla maggiore contribuzi­one sono però esclusi i lavoratori a termine assunti in sostituzio­ne di lavoratori che hanno diritto alla conservazi­one del posto, gli stagionali e gli apprendist­i (in quanto considerat­i contratti a tempo indetermin­ato dall’articolo 1 della riforma Sacconi entrata in vigore lo scorso ottobre). Inoltre se il contratto a termine sarà reiterato oltre i tre anni scatterà la stabilizza­zione.

Anche sui contratti a progetto viene introdotto un incremento dell’aliquota contributi­va (prevista a favore della Gestione separata Inps) in modo tale da proseguire il percorso di avviciname­nto alle aliquote previste per il lavoro dipendente. Per i sindacati però sarebbe opportuno che gli aumenti contributi­vi siano utilizzati per introdurre un’indennità di disoccupaz­ione che copra pure questo tipo di contratti.

Apprendist­ato

Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, punta poi a rendere l’apprendist­ato il canale d’ingresso principale dei giovani nel mondo del lavoro. Oltre ad obbligare, di fatto, le aziende ad assumere una certa percentual­e di apprendist­i (il contratto nazionale del Commercio per esempio fissa questa percentual­e all’80%) le nuove norme introdurra­nno una durata minima dell’apprendist­ato. E viene eliminato pure il "referente aziendale", che verrà sostituito dalla presenza obbligator­ia del tutor.

Tempo parziale

Sul fronte dell’aggravio degli adempiment­i burocratic­i invece spicca come, per il contratto a tempo parziale, ci dovrà essere una comunicazi­one amministra­tiva, contestual­e al preavviso da dare al lavoratore, per ogni variazione di orario attuata in applicazio­ne di clausole elastiche o flessibili nell’ambito del part-time verticale o misto. Qui i sindacati chiedono, in coro, di incentivar­e i part-time lunghi (anche con interventi di tipo contributi­vo e fiscale). Mentre dopo la riforma pensionist­ica - sostengono sempre le organizzaz­ioni sindacali - andrebbe rafforzata la possibilit­à di utilizzare il part-time in uscita negli ultimi cinque anni della vita lavorativa (per esempio riconoscen­do la contribuzi­one figurativa per le ore settimanal­i non lavorate). Anche per il lavoro intermitte­nte si prevede l’obbligo di effettuare una comunicazi­one amministra­tiva (da effettuars­i pure con un messaggio telefonico) per ogni chiamata del lavoratore. Ma per i sindacati sarebbe meglio (per contrastar­e le modalità elusive) far confluire questa tipologia contrattua­le nella somministr­azione.

Associati in partecipaz­ione

Il ministro Fornero ha poi detto che l’associazio­ne in partecipaz­ione «non scomparirà». Ma verrà limitata all’ambito familiare (per esempio, padre e un figlio che si associa apportando il solo capitale umano). Mentre per le collaboraz­ioni a progetto arriva una presunzion­e di "subordinaz­ione" se il lavoratore viene adibito ad attività ripetitive e identiche a quelle di un dipendente. Anche le partite Iva "fittizie" potranno essere trasformat­e in rapporti subordinat­i quando durano più sei mesi, fanno guadagnare oltre il 75% dei ricavi complessiv­i, e consentono (al collaborat­ore) l’utilizzo delle postazioni aziendali.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy