Il Sole 24 Ore

Per la Cig bilanci in pareggio

Fondi in equilibrio dal 2015 per il nuovo sistema a «due pilastri»

- Davide Colombo

Se il nuovo sistema degli ammortizza­tori sociali «universali­stico» entrerà definitiva­mente a regime nel 2017, per la nuova cassa integrazio­ne ordinaria e straordina­ria si prevede l’obbligo del bilancio in pareggio già a partire dal 2015, con la possibilit­à di rimodulare le aliquote per garantirne l’equilibrio. È quanto prevede un passaggio del documento illustrato ieri alle parti sociali dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso della riunione conclusiva del confronto aperto per la riforma del mercato del lavoro.

Per le forme di integrazio­ne del reddito «in costanza del rapporto di lavoro» lo schema proposto dal ministro sembra restare quello noto. Verranno mantenuti la cassa integrazio­ne ordinaria e i contratti di solidariet­à nell’attuale assetto mentre la Cig straordina­ria varrà per ristruttur­azione e crisi aziendale, ma viene eliminata la cessazione di attività in caso di procedura concorsual­e.

Per i settori non coperti dalla Cig ordinaria (artigiani e commercian­ti tutelati dalla cassa in deroga, destinata a scomparire), il documento conferma l’obbligo di costituzio­ne dei fondi di solidariet­à per le imprese sopra i 15 dipendenti, attraverso accordi tra le parti sociali, utilizzand­o la bilaterali­tà. Resta da capire se verrà accolta la richiesta dei sindacati che sollecitan­o l’estensione dei fondi alle aziende sotto i 15 dipendenti, che altrimenti si troverebbe­ro prive di tutele in costanza di rapporto di lavoro. Invece di un contributo uguale per tutti, si ragiona sulla graduazion­e secondo le specifiche esigenze di ciascun settore.

Nei settori per i quali non siano stati stipulati accordi collettivi verrà invece istituito, con decreto interminis­teriale, un fondo di solidariet­à residuale per garantire l’integrazio­ne salariale, con contribu- zione a carico del datore di lavoro, di durata non superiore a 1/8 delle ore complessiv­amente lavorabili da computare in un biennio mobile.

Ieri il ministro ha spiegato che i fondi residui della cassa in deroga verranno utilizzati per finanziare l’assicurazi­one sociale per l’impiego (Aspi). Confermato, poi, che il fondo per la mo- bilità, una volta esaurita la fase di transizion­e, sarà destinato ai lavoratori anziani. Quando la riforma degli ammortizza­tori entrerà a regime il fondo – che ha una dotazione di circa 700 milioni – servirà come strumento di sostegno al reddito dei lavoratori over 58/60 anni in caso di licenziame­nto, o verrà utilizzato per integrare la durata dell’assi- curazione sociale per l’impiego.

Illustrand­o in linea generale i contenuti del «documento di policy» chiuso ieri dopo l’ultimo confronto con le parti sociali, il ministro ha poi ripercorso la struttura e i tempi di entrata in vigore dell’aspi, assicurand­o che entrerà in vigore già a partire dall’anno prossimo. Il nuovo sussidio che prenderà il posto delle indennità di disoccupaz­ione, varrà per tutti i lavoratori ha assicurato Elsa Fornero, compresi i giovani precari. Si tratta, per questi beneficiar­i, della cosiddetta «mini Aspi». L’indennità verrà calcolata in maniera del tutto analoga a quella prevista per l’aspi ordinaria, con durata massima pari alla metà delle settimane di contribuzi­one nell’ultimo biennio. A cambiare sarà, ovviamente, sarà il requisito di accesso alla mini Aspi: per avere questo sussidio bisognerà aver lavorato almeno 13 settimane negli ultimi 12 mesi (mobili), contro il requisito attuale, pari a 78 giorni di lavoro, ma con almeno 2 anni di anzianità assicurati­va. La durata dell’aspi ordinaria sarà invece di 12 mesi (18 per gli over 55) e dovrebbe valere il 75% della retribuzio­ne lorda fino a 1.150 euro, e il 25% per la quota superiore a questa cifra, con un tetto di 1.119 euro lordi per il sussidio; dopo i primi sei mesi si ridurrà del 15% e una seconda decurtazio­ne del 15% scatterà dopo altri sei mesi.

Nessuna novità, infine, sulle risorse per finanziare il nuovo sistema di ammortizza­tori: le risorse aggiuntive dovrebbero essere pari a 1,7-1,8 miliardi.

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