Il Sole 24 Ore

Arriva il Dg del Tesoro: in pole La Via

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Arriva il nuovo direttore generale del Tesoro. La nomina sarà portata oggi da Mario Monti al Consiglio dei ministri. In pole position per assumere l’incarico è Vincenzo La Via, Cfo della Banca mondiale e già al Tesoro in passato. Dovrebbe prendere il posto lasciato libero da Vittorio Grilli, che è salito con il Governo Monti alla carica di viceminist­ro. In questi giorni sono circolati anche altri nomi, come quello di Maria Cannata, dirigente generale per il debito pubblico. Tra i nomi esterni possibili anche Luigi De Vecchi, responsabi­le dell’investment banking del Credit Suisse, che ha appena preso un periodo sabbatico. «Pochi mesi, poi tornerà», assicurano dal quartier generale londinese. Ma molti ritengono che De Vecchi possa aver deciso il distacco in vista di un incarico di rilievo in Italia. Qualcuno ha ipotizzato un approdo in Unicredit, alla ricerca del presidente. Ma l’ipotesi non sembra fondata, perché De Vecchi – secondo le policy di gruppo – dovrebbe attendere alcuni mesi per assumere incarichi fuori dal Credit Suisse. E allora? Banchiere d’affari tra i più stimati in Italia e all’estero, unico italiano con Draghi nelle classifich­e dei 20 banchieri più importanti d’europa, il 47enne De Vecchi appare in predicato per incarichi da civil servant. (AL.G.)

La soluzione al rebus delle commission­i bancarie arriverà questa mattina, con ogni probabilit­à, con un nuovo provvedime­nto del Governo, che si occuperà anche di questa materia. Unariunion­e del Cicr, il Comitato interminis­teriale per il credito e il risparmio (che è presieduto dal ministro dell’economia, in questo caso lo stesso premier Mario Monti e nel quale è presente la Banca d’italia) dovrebbe infatti tenersi o prima o dopo la riunione del Consiglio dei ministri, con il compito di dare efficacia operativa alla nuova normativas­ulle commission­ibancarie per gli utilizzi extra-fido e per gli sconfiname­nti sui conti correnti, già definita nelle sue linee generali a metà dello scorso mese di dicembre, con il decreto salva-italia.

La riforma, infatti, stabiliva che per i contratti di apertura di credito gli unici oneri a carico del cliente fossero costituiti da una commission­e omnicompre­nsiva che non può superare lo 0,5% per trimestre; si istituiva inoltre la commission­e di istruttori­a veloce per gli sconfiname­nti in assenza di fido ma poi si demandava, per l’appunto a una decisione del Cicr (che dovrebbe arrivare oggi) l’emanazione delle disposizio­ni applicativ­e. Proprio al Cicr, del resto, fa riferiment­o l’ordine del giorno presentato da tutti i grup-

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