Strappo politico
Maèaltrettanto vero che il primo a desiderare la ricucitura è il segretario Bersani e con lui buona parte del vertice.
Quale sarebbe l’alternativa? Una scissione nel segno della riforma del lavoro sarebbe il suicidio del Pd. Una fetta andrebbe a ingrossare le file del "terzo polo", un segmento forse lascerebbe la politica e una parte non piccola sarebbe calamitata da Vendola, avendo la Cgil come il sole intorno a cui orbitare. Sarebbe necessario un numero imprecisato di anni prima di ricostruire una forza riformista capace di attrarre anche gli elettori moderati. Ecco perché tutti nel partito, anche i critici di Bersani (a cominciare da Veltroni che si rivolge a Mon- ti: «Nonservono diktat») appaiono cauti e concentrati sulle modifiche parlamentari.
D’altra parte, se il Pd non riesce ad accettare la riforma Monti- Fornero, sia pure emendata dalle Camere, la stabilità del Governo sarebbe scossa dalle fondamenta. Come è noto, l’equilibrio si regge sul tacito patto Pdl-terzo polo-pd. Se l’assetto si rompe, ne deriva una crisi dell’esecutivo tecnico destinata a precipitare il Paese verso le elezioni anticipate in condizioni che dire drammatiche èpoco. Nonèstranochevendola descriva questa prospettiva in termini positivi dal suo punto di vista; ma sarebbe molto strano se questa fosse la scelta finale di Bersani e del gruppo dirigente. In sostanza, la priorità è ricomporre lo strappo. Ridare un ruolo al Pd come principale partito del centrosinistra (e primo nei sondaggi a livello nazionale). Ridurre l’area delle tensioni sociali, fermo restando che la Cgil non rinuncerà alla sua linea ostile.
Nondovrebbe essere impossibile raggiungere questi traguardi attraverso il lavoro del Parlamento, tanto più che lo strumento sarà la legge delega e non il decreto. Ci sono emendamenti che stravolgono una legge e altri che ne integrano e correggono questo o quell’aspetto. Monti ha interesse a mantenere il punto, in particolare a rendere chiaro che il potere di veto sindacale è stato sconfitto. Ma ovviamente non ha interesse a sfidare un pezzo della sua maggioranza fino al punto di far naufragare il Governo. Peraltro il premier è di sicuro