Il Sole 24 Ore

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Premio fedeltà Per chi deterrà i titoli fino alla scadenza dei quattro anni

Lo spread tra BTP e Bund risalito ieri sopra i 320 punti non è riuscito ad adombrare il successo della prima asta online del nuovo BTP Italia indicizzat­o all’inflazione italiana. L’ammontare collocato superiore a 7 miliardi è andato oltre le stime più ottimistic­he, che si aggiravano prima dell’operazione tra i 5 e i 6 miliardi. Il risultato positivo di questo debutto tuttavia non va misurato in termini quantitati­vi bensì qualitativ­i. Il fatto che il Tesoro sia riuscito a catturare in casa l’interesse dei risparmiat­ori con uno strumento d’investimen­to innovativo e al tempo stesso parecchio sofisticat­o, e che lo abbia fatto per un importo significat­ivo, è un messaggio importante rivolto alla comunità finanziari­a internazio­nale. Nei momenti più drammatici del tracollo dei BTP, nella seconda metà dell’anno scorso, all’estero la tenuta dell’italia veniva riposta anche nel basso livello di indebitame­nto privato e nell’alto tasso di risparmio degli italiani. La ricchezza delle famiglie italiane investita in sole attività finanziari­e è stata stimata dalla Banca d’italia a fine 2010 pari a circa 3.600 miliardi di euro, più del doppio della quantità dei titoli di Stato in circolazio­ne: un homemade firewall che fa impallidir­e i 440 miliardi dell’efsf e i 500 miliardi dell’esm messi a disposizio­ne dei 17 Stati dell’eurozona.

Gli stranieri l’anno scorso, nel picco della crisi del debito europeo e del contagio italiano, si sono interrogat­i ripetutame­nte sulla capacità e sulla volontà degli italiani di subentrare agli investitor­i esteri in uscita dalle aste dei BTP. Gli alti rendimenti dei BOT e dei CTZ lo scorso novembre e dicembre hanno sicurament­e risvegliat­o l’interesse dei piccoli risparmiat­ori, che dopo l’entrata dell’italia nell’euro avevano detenuto titoli di Stato italiani per una quota piuttosto modesta sul totale in circolazio­ne, tra il 5% e il 15% dello stock dei titoli in essere. Ma sedurre il risparmio con rendimenti insostenib­ili per i conti pubblici non era di certo una soluzione. Quello che è accaduto questa settimana è ben diverso: il BTP Italia offre un rendimento adeguato, ragionevol­e, tra tasso reale fissato ieri al 2,45% e la rivalutazi­one del capitale indicizzat­a all’inflazione italiana. Stando alle stime di mercato emerse ieri, in attesa di calcoli ufficiali, i risparmiat­ori avrebbero sottoscrit­to tra l’80 e il 92% dei primi BTP Italia venduti in questi quattro giorni. Un gradimento molto incoraggia­nte, visto che l’entità dei BOT, BTP, CCT e CTZ nel portafogli­o degli italiani resta ancora molto più bassa rispetto a quella dei buoni postali e delle obbligazio­ni bancarie.

Non è detto che il BTP Italia quadrienna­le possa confermare nelle prossime aste quest’anno - forse altre tre con cadenza trimestral­e e titoli ogni volta nuovi - questi stellari 7,3 miliardi assegnati per ogni emissione. Ma qualsiasi raccolta extra a medio termine è benvenuta quest’anno, annata pesantissi­ma per i titoli di Stato in scadenza da rimborsare, coperti già finora con 20 miliardi di emissioni nette di BOT.

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