Slitta il Ddl anti-corruzione: la Camera aspetta il Governo
Le commissioni: chiarezza sui tempi dell’emendamento
Il ddl anticorruzione - che secondo la maggioranza aveva messo il «turbo nel motore» dopo il vertice di Palazzo Chigi della scorsa settimana con Monti e ABC - scompare (per ora) dal calendario delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera e da quello dell’aula, dove sarebbe dovuto approdare lunedì 26. Tutti i gruppi parlamentari chiedono infatti al governo di far sapere ufficialmente quando presenterà l’emendamento concordato a grandi linee nel vertice di Palazzo Chigi. Il ministro della Giustizia Paola Severino aveva parlato di 15 giorni, che sarebbero scaduti a fine marzo. Il rinvio era quindi scontato, ma ieri l’ufficio di presidenza delle due commissioni ha dato mandato ai presidenti Giulia Bongiorno e Donato Bruno di scrivere una lettera alla Severino e al ministro della Pa Filippo Patroni Griffi per sapere come e in che tempi il governo intende muoversi. La Lega arriva persino a dire che «il governo non vuole l’anticorruzione perché il ministro non viene a dare il parere sugli emendamenti».
Il rinvio non è un fulmine a ciel sereno. Del resto, anche la responsabilità civile dei magistrati procede al Senato lento pede. La parola d’ordine è non mettere troppa carne sul fuoco, che contribuisca a surriscaldare il clima politico, tanto più alla vigilia delle elezioni amministrative. Spetterà a Monti decidere quando scoprire le carte del governo, ma ciò dipende anche dal livello di accordo raggiunto, nella maggioranza, sulle soluzioni tecniche a cui sta lavorando la Severino.
Sul tavolo ci sono i nuovi reati di corruzione privata, traffico di influenze e autoriciclaggio; l’aumento delle sanzioni della corruzione e di altri reati, così da far scattare un aumento della prescrizione che non sia di facciata; l’abrogazione (e trasformazione) del reato di concussione. Un punto, quest’ultimo, finito sotto i riflettori per le possibili ricadute sui processi in corso, molti dei quali "eccellenti": dal processoRuby a Silvio Berlusconi (concussione e prostituzione minorile) a quelli che coinvolgono politici (per lo più locali) di svariati partiti, da Filippo Penati (autosospesosi dal Pd), indagato per concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, a Massimo Ponzoni del Pdl, accusato di concussione e corruzione.
Sulla riforma della concussione c’è un accordo pressoché generale, testimoniato anche dagli emendamenti (finora non ritirati) di Pd e Idv (quest’ultimo ne ha presentato anche uno alternativo, meno traumatico sui processi in corso) nonché dalle dichiarazioni del Pdl che spinge per abrogare l’articolo 317 del Codice penale. La Severino dovrà tenerne conto e farsi carico delle ricadute sui processi. «Ce lo chiedono l’ocse e l’europa», hanno fin qui ripetuto i fautori dell’abrogazione, sebbene né la Convenzione Ocse né quella di Strasburgo ce l’abbiano mai chiesto. Tant’è che il Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione costituito nell’ambito del Consiglio d’europa per monitorare la Convenzione) non ne aveva mai parlato. Ha cominciato a farlo a febbraio, in vista del nuovo Rapporto sull’italia approvato ieri a Strasburgo, in cui oltre a bacchettarci su prescrizione, corruzione privata e traffico di influenze, ci rivolge due «raccomandazioni nuove» di zecca (Il Sole 24 ore del 21 marzo): una, perentoria, sul finanziamento dei partiti (adottare misure che ne garantiscano la trasparenza per evitare fenomeni corruttivi); l’altra, programmatica, sulla concussione (verificare se nella prassi si è rivelata una scappatoia facile per i corruttori, e in tal caso adottare misure appropriate). Durante la discussione, l’italia non ha alzato le barricate a difesa della concussione. «Non ce n’era bisogno - spiega il capo della delegazione italiana Roberto Piscitello, ex pm, ex vice capo di gabinetto dell’ex guardasigilli Alfano e da novembre 2011 trasferitosi al Dap - perché il Greco ci chiede solo di fare una verifica sul campo. Ed è quello che faremo. Poi si vedrà». Ma chi aspettava la sponda-europea per cancellare l’articolo 317, ora l’ha trovata.