Multiutility, stop di Hera Interesse da Fondazione Crt
Beltratti (Intesa): disponibili a qualsiasi cosa sia profittevole e utile L’ente torinese: possiamo essere dei partner fondamentali
C’è l’ottimismo di Iren ma ancheil niet di Hera, la discesa in campodella Fondazione Crt e la posizione, di sostanziale neutralità, espressa da Intesa Sanpaolo. Quella della grande multiutility italiana che potrebbe nascere, dopo il riassetto di Edison, sull’asse A2A- Edipower si conferma una vera corsa a ostacoli, almeno fino a quandoil Governo non darà un input vigoroso al dossier. Del progetto, che dovrebbe coinvolgere le principali ex municipalizzate italiane, si è discusso ieri a Torino, in un convegno organizzato da Equiter (Intesa Sanpao- lo) e Torino Nord Ovest, che ha visto la partecipazione di diversi protagonisti della possibile partita energetica locale.
Piero Fassino, sindaco del capoluogo piemontese e grande socio di Iren, continua a considerare la multiutility una via obbligata per fare compiere un salto dimensionale alle ex municipalizzate. «Quella di Edipower (dove convivono il socio di controllo A2A e Iren, ndr) è una prima esperienza figlia della necessità - ha sottolineato - ma bisogna proseguire, coinvolgendo capitali finanziari come la Cdp. Solo mettendo assieme il business dei rifiuti di A2A, Iren ed Hera si creerebbe il primo operatore italiano, e il terzo europeo, del settore». Di diverso avviso Daniele Manca, primo cittadino di Imola e presidente del patto di sindacato di Hera, che ha imposto un secco stop al dossier: «Non dobbiamo correre il rischio della grande ammucchiata: socializzando le perdite non si costruisce una nuova avventura imprenditoriale». Parole che riflettono lo scetticismo, già trapelato nelle scorse settimane, dell’utility dell’emilia Romagna riguardo un progetto che, invece, ha incassato sempre ieri la potenziale adesione della Fondazione Crt. «Negli ultimi due anni - ha dichiarato a Radiocor Franco Amato, rappresentante dell’ente nel consiglio di Iren - abbiamo ricevuto un contributo importante dai dividendi di Iren e Atlantia ». Il senso, insomma, è che proprio enti comele Fondazioni, date le loro caratteristiche economiche, possono essere interessate a un ritorno «che non sia solo di breve periodo» e dunque rappresentare «un partner fondamentale» per la grande multiutility italiana. Una presa di posizione importante per la Fondazione Crt che, oltre alle quote in Atlantia, Iren, Unicredit e indirettamente in Generali, sarà anche socia della nuova Edipower.
Infine c’è Intesa Sanpaolo, con il presidente del consiglio di gestione, Andrea Beltratti, che interpellato su un possibile coinvolgimento nel progetto ha chiarito che la banca «è disponibile a qualsiasi cosa che sia profittevole e utile» pur richiamandol’attenzione sulla effettiva realizzabilità delle economie di scala nella maxi utility e sull’incertezza regolamentare. Una cautela espressa anche dalla ricerca «Leutility del Nord, evoluzione e prospettive», presentata ieri durante il convegno e realizzata per Equiter da Sandro Baraggioli, ricercatore di Torinonord Ovest. Secondo lo studio, il percorso di sviluppo delle multiutility fin qui svolto ha ridotto la frammentazione del mercato e potrebbe proseguire con ulteriori aggregazioni. Quest’ultime presenterebbero sì vantaggi ma anche il problema di gestire la significativa mole di indebitamento e di valorizzare sinergie non sempre facili, né scontate, da realizzare.