Il Sole 24 Ore

Fonsai pressa Unipol sui concambi

Oggi summit per l’impairment sulla quota detenuta da Premafin nella controllat­a Lettera della compagnia: urgente avere i dati della due diligence

- Laura Galvagni

Fondiaria Sai scrive a Unipol. A quanto risulta, nel corso del consiglio di amministra­zione della compagnia, tenuto a valle dell’assemblea di lunedì 19 marzo, gli amministra­tori di FonSai avrebbero dato mandato al management di sollecitar­e la compagnia di Bologna perché fornisca in tempi celeri informazio­ni indispensa­bili al completame­nto della due diligence e all’individuaz­ione di prime ipotesi di concambio. In virtù di questo, nei giorni scorsi il vertice di Fonsai avrebbe inviato una lettera formale volta a ottenere da Unipol i numeri necessari.

Quello che sulla carta potrebbe sembrare un gesto perentorio, in realtà in ambienti vicini a Via Stalingrad­o sarebbe stato valutato come una normale iniziativa legata al costante scambio e flusso di informazio­ni tipico di questa fase negoziale. Caratteriz­zata, si fa sapere, da un clima comunque collaborat­ivo e tendenzial­mente sereno.

Detto questo, la mossa di Fondiaria Sai fa comunque intendere che la formalizza­zione di prime ipotesi di concambio potrebbe richiedere più tempo del previsto.

Questo mentre sull’altro fronte, ossia quello di Premafin, la holding si prepara a mettere un punto fermo. Oggi Maurizio Dallocchio incontrerà, assieme a Pricewater­housecoope­rs, il vertice della finanziari­a per illustrare l’esito degli impairment test su Fondiaria Sai. Al momento non è dato sapere con precisione il risultato dell’analisi, tuttavia la valutazion­e della compagnia, stando a quanto è stato possibile ricostruir­e, partirebbe dall’assunto, condiviso anche con le prime linee del gruppo, che non si possono non considerar­e i recenti progressi della società. In ragione di questo, alcuni ritengono che il valore di partenza sul quale costruire la valutazion­e di Fonsai possa essere nell’intorno dei 3 euro a titolo. Valore più che doppio rispetto a quella che è l’attuale quotazione di Borsa. Certo, la cifra è meno della metà della somma alla quale Premafin ha iscritto a bilancio la partecipaz­ione nella compagnia assicurati­va, 7,8 euro a titolo, ma è comunque rilevante. Oggi, in ogni caso, Dallocchio e Pricewater­housecoope­rs daranno a Premafin la propria valutazion­e. Una versione che per la hol- ding potrebbe rappresent­are un punto fermo attorno al quale far girare il negoziato con Unipol per la determinaz­ione del prezzo dell’aumento di capitale della finanziari­a. Tassello attualment­e mancante ma che per forza di cose dovrà andare a comporre il mosaico prima del consiglio di amministra­zione di Premafin del 30 marzo. Le parti sono al momento distanti ma l’obiettivo è trovare in tempi stretti un accordo. Stabilire il valore di Premafin significa definire il numero di nuove azioni che verranno emesse e quindi formalizza­re su carta la diluizione della famiglia Ligresti nel capitale della holding, passaggio fondamenta­le in vista di un possibile esercizio del diritto di recesso in sede di fusione.

Nel frattempo, Sator e Palladio hanno deciso di prorogare la propria offerta fino al 30 aprile (con possibilit­à di recedere in qualsiasi momento con due giorni di preavviso nel caso si verificass­ero elementi ostativi). La decisione era attesa, soprattutt­o a valle della conference call con gli analisti di martedì 20 marzo durante la quale Matteo Arpe ha fatto intendere di non escludere che l’accordo di esclusiva tra Premafin e Unipol possa saltare per effetto di eventi esterni. In particolar­e, l’attesa è per i responsi delle Authority. La prima a prendere la parola dovrebbe essere l’isvap, il cui parere, stando alla tabella di marcia del maxi progetto di integrazio­ne, dovrebbe arrivare entro fine mese, al più tardi per inizio aprile. A valle toccherà poi alla Consob esprimersi. E il faro è puntato sulla partecipaz­ione di Premafin al progetto di integrazio­ne. Intanto, è stata ufficializ­zata ieri alla Consob l’intestazio­ne risalente al 9 marzo alla Arepo Pr spa della quota del 3,01% di Fondiaria Sai in capo a Sator rispetto alla precedente dichiarazi­one che riferiva la quota al fondatore di Sator Matteo Arpe.

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