Il Sole 24 Ore

Astm-impregilo, sinergie londinesi

I vertici del gruppo Gavio nella City: interesse per le privatizza­zioni

- Leonardo Maisano

«Investire in mercati aperti con il sistema della concession­e è la nostra missione, per questo siamo molto interessat­i a seguire gli sviluppi annunciati dal governo inglese». Alberto Sacchi, amministra­tore delegato di Sias e Graziano Settime direttore generale di Astm, in visita a Londra per una conferenza di Nomura, seguono con attenzione il passaggio al privato del grande network autostra- dale britannico. David Cameron ha annunciato l’intenzione di sottrarre alla mano pubblica la gestione della rete di motorways del Regno introducen­do anche il pedaggio al pubblico su quelle di nuova costruzion­e. E Astm si muove già, in linea con quanto aveva fatto a metà anni Novanta quanto entrò nella A69 CarlisleNe­wcastle, fra l’altro, insieme a Impregilo e con il sostegno di partner britannici. «È un esempio di ottima collaboraz­ione», preci- sano i due manager. Con i soci scozzesi, ma non solo. L’opportunit­à britannica, secondo Sacchi e Settime, rafforza le sinergie con Impregilo di cui Astm controlla poco meno del 30% e che in queste settimane si contende con il gruppo Salini, in rapida scalata sul colosso delle costruzion­i.

Agli uomini del gruppo Gavio oggi, preme altro. Vogliono sottolinea­re come la chance inglese confermi una volta di più la convergenz­a di interessi di Autostra- de To-mi e Impregilo nei progetti italiani, ma soprattutt­o all’estero. «Negli ultimi vent’anni - precisa Alberto Sacchi - ci sono stati molti casi di lavori in comune. Penso all’inghilterr­a, ma anche al Brasile con Ecorodivia­s ». La decisione di David Cameron dischiude nuove prospettiv­e. Il Governo inglese cerca infatti gestori a cui assegnare la rete esistente, ma anche costruttor­i in grado di espandere il network con nuove corsie sulle strutture esistenti, oppure con tracciati da realizzare tout court. «È un modello ideale - aggiungono - dal punto di vista delle logiche industrial­i soprattutt­o perché questo mercato offre ampie garanzie di apertura agli operatori stranieri». Come dire: Impregilo che ha già una presenza consolidat­a nel Regno, costruisce e Astm gestisce la concession­e. Néspaventa la resistenza politica che segna il dibattito interno inglese ad ogni ipotesi di imporre il pedaggio agli automobili­sti. Il progetto di David Cameron - comegià avviene per la A69 - prevede che il concession­ario possa essere remunerato con una quota del bollo auto raccolta dal Tesoro e calcolata sulla base di «passag- gi» autostrada­li. Più traffico più guadagno, anche se non è l’automobili­sta a pagare. «Per noi non cambia», aggiunge l’ad di Sias. Quello che cambia è l’offerta da presentare alle autorità inglesi. C’è il rischio che un pacchetto completo, assemblato da un unico gruppo di «concession­ari e costruttor­i» possa apparire più congruo alle esigenze britannich­e. Alberto Sacchi non nasconde che la coazione dei due operatori traccerebb­e il profilo futuro di un gruppo italiano che è realtà ben radicato in Europa. «È il modello Vinci », aggiunge sperando che un giorno possa essere quello del suo gruppo. Salini permettend­o.

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