Il Sole 24 Ore

La Ue rafforza la lotta ai pirati somali

Prorogata fino al 2014, con la possibilit­à di colpire obiettivi anche sulla costa

- Roberto Bongiorni

Pirati somali. Per fronteggia­re un’emergenza che da anni sta compromett­endo il traffico marittimo internazio­nale, ciò che prima era impensabil­e è divenuto da ieri una realtà. L’unione europea ha autorizzat­o la missione internazio­nale contro la pirateria - Atalanta - a colpire i pirati nelle acque somale. Una novità. Ma il nuovo mandato, esteso fino al 2014, non finisce qui. Gli incrociato­ri e gli elicotteri potranno anche aprire il fuoco contro obiettivi sensibili sulle coste somale; come barili di carburante, veicoli e altri equipaggia­menti usati dai pirati nel loro lucroso business.

Impensabil­e, perché solo nel 2008, quando venne dato il via alla missione Atalanta (esistono anche altre missioni, come quella guidata dagli Stati Uniti) nessun Paese considerav­a l’idea di avventurar­si nel pantano somalo. Così molte volte i pirati, facendosi scu- do con gli ostaggi, riuscivano a dirigere la nave sequestrat­a - in alcuni casi anche una superpetro­liera - nei loro covi sotto gli occhi impotenti delle navi da guerra.

Lo Stato fantasma, in balia del caos dal 1991, anno della caduta del dittatore Siad Barre, è ancora teatro di una brutale guerra tra il governo somalo di transizion­e e i miliziani al-shabaab, vicini ad alQaida. Tra i due belligeran­ti prolifera una rete di criminali che spesso assolda giovani disoccupat­i nell’irresistib­ile business della pirateria. Da due anni le città costie- re si sono trasformat­e in una colossale fabbrica di sequestri. È un’industria che non conosce crisi: secondo l’internatio­nal Maritime Bureau (Imb), l’organizzaz­ione che monitora e registra la pirateria, nel 2006 gli ostaggi furono 188 in tutto il mondo. Nel 2010 sono balzati a 1.174, la maggior parte in mano ai pirati somali, nel 2011 più di 800. Nel 2011, il numero degli attacchi è sceso lievemente: 439 contro 445. Troppo poco. Senza contare che i pirati somali sono divenuti ancor più aggressivi. Il numero dei loro attacchi - 237 - ha rappresent­ato il 54% del totale. I riscatti, poi, sono saliti a una media di cinque milioni di dollari. Con un calcolo per difetto, nel 2011 hanno incassato 160 milioni di dollari. Mentre il costo della pirateria somala per il mondo è stato stimato a 7 miliardi di dollari.

«Il lieve calo degli attacchi - spiega al Sole 24 Ore il capitano Pottengal Mukundan, direttore dell’imb - si deve a tre fattori. Il maggior contributo è arrivato dalle flotte internazio­nali, che hanno sventato 20 attacchi nell’ultimo trimestre del 2011. Sono state un deterrente. Inoltre hanno preso di mira le "navi madre", navi sequestrat­e dai pirati e usate come basi mobili al largo in grado di rimanere in mare settimane e sferrare attacchi multipli. In secondo luogo le navi che incrociano le acque a rischio stanno usando sempre di più le misure di protezione da noi raccomanda­te. Infine il personale armato a bordo - anche privato - adottato da sempre più Paesi, ha spesso dissuaso i pirati. Ma in questo caso il quadro giuridico, però, non è completo. Auspichiam­o una normativa internazio­nale che concili le diverse norme nazionali».

La missione Atalanta resterà dunque ancora per due anni. La rotta tra il canale di Suez e il Golfo di Aden è una delle principali arte- rie del commercio globale, percorsa ogni anno da 30mila navi. È un’irrinuncia­bile canale di approvvigi­onamento energetico per l’europa. Ma non solo. Per sfuggire alle flotte militari, i pirati si spingono ora anche a mille miglia dalla Somalia, fino a lambire la costa dell’india a Est, o il canale di Mozambico a sud. «La decisione di oggi consente di intraprend­ere azioni più robuste sulla costa della Somalia», ha detto il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton. Robusta non significa però l’invio di truppe sulle coste. Il rischio di un’escalation, e di vittime, sarebbe alto. «Siamo contrari ad azioni armate sulla costa - precisa Mukundan -. La soluzione è destinare parte dei fondi per le missioni navali allo sviluppo dell’economia somala. La pirateria è nata perché non ci sono prospettiv­e. Il problema si risolve dall’interno».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy