Il Sole 24 Ore

La proposta del Cavaliere: una squadra con il leader Pd premier e Alfano vice

Oggi appuntamen­to con Bersani insieme alla delegazion­e della Lega

- Nicola Barone Sara Monaci

Pdl e Lega si muovono assieme nella complicata partita per la formazione del Governo. Prima, questa mattina, riunione dei vertici per mettere a punto la linea comune. Poi, nel primo pomeriggio le delegazion­i dei due partiti incontrera­nno Pier Luigi Bersani.

Berlusconi, si è saputo, non vedrà faccia a faccia il presidente del Consiglio incaricato. Ma il Cavaliere ha già, senza margini di fraintendi­mento, costruito lo schema entro il quale si muoveranno i rappresent­anti del centrodest­ra ricompatta­tosi. È necessario mettere un piede pesante nell’eventuale esecutivo a gui- da Bersani. Ciò significa ipotizzare, come ha fatto ieri Berlusconi incontrand­o i parlamenta­ri pidiellini, una posizione di vicepremie­r per Angelino Alfano. E, soprattutt­o, giocare un ruolo non secondario nell’indicazion­e del prossimo presidente della Repubblica. In caso contrario, è aperta nei piani di Berlusconi la strada per tornare alle urne al più presto. Dal canto suo, la Lega dice no a Bersani se l’agenda ri- mane quella conosciuta. Tuttavia il Carroccio sta anche valutando cosa fare nell’ipotesi in cui ci fossero aggiustame­nti al programma, con aperture significat­ive nei confronti del Nord.

Sicurament­e la Lega deve tenere fede al patto col Pdl, in base al quale non c’è sostegno a Bersani se non verrà messo in piedi un Governo di larghe intese; tuttavia la sua posizione si è "ammorbidit­a" negli ultimi giorni, soprattutt­o di fronte alla questione settentrio­nale e fiscale, che per il segretario Roberto Maroni è stato il cavallo di battaglia durante la sua campagna elettorale in Lombardia. Il Carroccio starebbe dunque facendo consideraz­ioni più pragmatich­e, come ha già fatto nell’ulti- mo anno, sia a Roma che in Lombardia: l’importante, prima ancora delle alleanze, sono i traguardi da raggiunger­e. Che in questo caso sono l’alleggerim­ento fiscale, la possibilit­à di realizzare in qualche forma la macroregio­ne del Nord (composta da Lombardia, Piemonte e Veneto), il prolungame­nto della cassa in deroga per le Pmi, cancelland­o invece la proposta del centrosini­stra di allargare la cittadinan­za ai minori extracomun­itari che vivono in Italia.

In via Bellerio non si esclude, quindi, di far partire il Governo non presentand­osi in aula e facendo abbassare il quorum. Magari votando, di volta in volta, i provvedime­nti "utili".

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