Subito la supercommissione per l’ok al dossier dopo Pasqua
Il 2 aprile arriverà il disco verde delle Aule dei due rami del Parlamento
Subito dopo Pasqua, e comunque non oltre il 2 aprile. Il termine ultimo per dare l’ok parlamentare alla Relazione del governo sull’aggiornamento del quadro programmatico di finanza pubblica e sullo sblocco di parte dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pa è stato messo nero su bianco dalla Camera e del Senato. A quel punto il Governo in carica potrà varare il necessario decreto per sbloccare i primi 40 miliardi di pagamenti con la programmazione ormai nota: 20 miliardi nel secondo semestre dell’anno e 20 nel 2014. Le conferenze dei capigruppo di Palazzo Madama e Montecitorio hanno anche deciso di costituire già domani in entrambi i rami del Parlamento le commissioni speciali (una sorta di "super-Commissione"), che in assenza delle commissioni Bilancio (e di tutte le altre commissioni permanenti) avranno il compito di valutare tutti gli atti più urgenti.
Non solo i decreti legge, dunque, ma anche altri provvedimenti: la relazione del governo sui debiti Pa, il decreto ministeriale sul salvataggio degli ultimi 10mila esodati e lo schema di Dpr sulla ripartizione della quota dell’8 per mille destinata allo Stato.
Il tentativo dei presidenti del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini, di accelerare il più possibile l’iter della nota di aggiornamento dell’esecutivo ha insomma prodotto risultati positivi. Anche perché è stata trovata la soluzione per superare l’impasse relativo alle commissioni parlamentari. Ieri, ad esempio, Pdl e Lega si sono rifiutate di indicare le liste per la formazione delle commissioni appellandosi a un accordo che prevederebbe la loro costituzione solo dopo la formazione del Governo.
Al Senato la commissione speciale sarà formata oggi e sa- rà composta da 27 senatori: 9 Pd, 8 Pdl, 4 M5s, 2 Scelta civica, 1 Lega-Autonomie, 1 Misto, 1 Gal, 1 Sel-Autonomie. Subito dopo saranno nominati il presidente e i vicepresidenti. E già domani potrebbe essere esaminato il testo del Governo, che poi approderà il 2 aprile in Aula a palazzo Madama per il formale ok. Anche alla Camera non ci sono stati dubbi sull’iter lampo. Anche perché i gruppi spingono, proposte alla mano, per dare una soluzione organica al problema dei debiti Pa. Ultima della serie quella di Pier Paolo Baretta (Pd) che punta a «sbloccare i paga- menti a favore delle imprese autorizzando la spesa per investimenti per i Comuni che registrino un avanzo di cassa». A Montecitorio la Commissione speciale sarà composta da 40 deputati rispettando sempre il "peso" dei gruppi e sarà pienamente operativa a metà di questa settimana: il 2 aprile, come al Senato, la nota di aggiornamento del Governo approderà in Aula.
Intanto il lavoro sulla bozza del decreto per lo sblocco dei crediti va avanti al ministero dell’Economia. Ieri Mario Monti, nel corso del suo intervento al Senato, ha confermato che il decreto arriverà «nei tempi più brevi», non appena le Camere avranno esaminato la Relazione del governo. Sono già previsti, ha poi aggiunto il premier uscente, incontri con le parti sociali e gli enti territoriali per mettere a punto le modalità operative per il rimborso di parte dei debiti arretrati. Sono ancora numerosi e complessi i nodi da affrontare, a partire dalla due diligence sulla composizione aggiornata dei debiti arretrati sui cui la Ragioneria generale ha avviato un confronto con i rappresentanti degli enti locali. Ieri Monti ha ripetuto le cinque modalità previste per accelerare il rimborso dei vecchi pagamenti confermando che l’impatto dell’operazione è sul debito pubblico. Ma, ha subito aggiunto, i margini non sono illimitati: «Bisogna infatti tenere conto che parte delle maggiori spese devono essere coperte emettendo titoli del debito pubblico e quindi deve essere valutato l’impatto sui mercati di nuove emissioni e l’effetto a cascata sull'indebitamento netto, quindi sul deficit».
Per domani è anche convocato un Consiglio dei ministri per adottare il Regolamento che individua le attività strategiche nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni per l’applicazione dei cosiddetti «poteri speciali» dello Stato, ossia la vecchia golden share.