Abramovich trascinato nel mistero Berezovskij
Il fatto che la morte di Boris Berezovskij sia avvenuta nel mezzodellatempestachesi èabbattuta sugli oligarchi russi con interessi a Cipro, tra le principali vittime del piano di salvataggio concordato da Nicosia con i creditoriinternazionali, ècertamente una coincidenza. Più realistico, se il turbine di voci circolate ieri si trasformasse in notizia, sarebbe un legame tra la fine di Berezovskij, un tempo re degli oligarchi, e le avventure di Roman AbramovichnegliStatiUniti. Arrestato dall’Fbi, ha annunciato nel pomeriggio il canale russo Rbk per essere presto smentito. Non fermato ma interrogato per conto dei servizi inglesi, ha insistito la tv, in relazione alla morte di Berezovskij. Se la scomparsa dell’uomo che manovrò senza scrupolii primipassi del capitalismo russo chiude un’epoca, il giallo Abramovich e le disgrazie deibiznessmenirussi aCiprofanno da cornice appropriata a questoautunnodegli oligarchi. Dialcuni di loro, almeno.
Che il nome del proprietario del Chelsea sia stato messo in relazione a quanto avvenuto sabato nella residenza del Berskshire dove è stato trovato il corpo di Berezovskij nonè troppo strano. Se Berezovskij era il passato, fuggito a Londra nel 2000 dopo aver capito che il proprio regno di "Padrino del Cremlino" non avrebbe potuto continuare sotto Putin, Abramovich era riuscito a cavalcare i tempi nuovi, dividendo tempo e fortune tra Mosca e Londra, arrivando a finanziare il rilancio di una terra remota come la Chukotka per compiacere lo Zar.
Per Berezovskij invece, divenuto il grande accusatore di Putin, l’esiliodi Londrasieratrasformato in una girandola di cause giudiziarie, relazioni fallite, minacce di attentati mentre la sua fortunasiassottigliava. Il colpofinale, l’agosto scorso, fu la causa miliardaria perdutaproprio contro Abramovich, che Berezovskij avevaaccusatodiaverlocostretto a cedere per una frazione del suo valore la compagnia petrolifera Sibneft.
Ora, mentre gli inquirenti britannici cercano una risposta a una morte ancora inspiegabile, da Mosca la Procura fa sapere che farà di tutto per riportare in Russia i beni di Berezovskij (o quelcheneèrimasto): «Eraaccusato di aver commesso una serie di gravi crimini economici», ha detto il viceprocuratore, AleksandrZvjagintsev. Echissàquanto l’operazione potrebbe fruttarealle cassedelloStato, impegnato in questi giorni a calcolare a quanto ammonteranno le perdite della crisi cipriota per i russi.
Su questo fronte, così come le due teste dell’aquila imperiale simbolodellaRussia, rivolte indirezioni opposte, la risposta del Cremlino all’Europa è stata duplice. «Il saccheggio di ciò che è già stato rubato continua», è stato il commento del primo ministro Dmitrj Medvedev, che scomodando Lenin ha interpretato l’irritazione diMoscaallaconfermacheilpianoconcordatodaNicosia con i creditori internazionali colpirà violentemente gli interessirussi sull’isola: buonaparte dei depositi bancari non assicurati, superiori ai 100mila euro, che verrannocongelati nel corso del processo di ricapitalizzazione di Bank of Cyprus.
Mal’altra testa dell’aquila, Vladimir Putin, è quella che conta. E Putin, ha detto il suo portavoce Dmitrij Peskov, ha dato istruzionealGovernodiaprireletrattative con le autorità cipriote per la ristrutturazione del prestito da 2,5 miliardi di euro concesso nel dicembre 2011. «Considerando le decisioni prese dall’Eurogruppo- haspiegato Peskov- Putin ritiene possibile sostenere gli sforzi del presidente cipriota e della Commissione europea, con l’obiettivo di superare la crisi nell’economia dell’isola». Perché il destino del paradiso fiscale preferito dai russi non ha preso una piega del tutto sgradita a Putin, che da mesi invoca il ritorno dei capitali fuggiti all’estero a sostegno dell’economia nazionale. Èquestochedistingueràglioligarchi "buoni" da quelli "cattivi". Boris Berezovskij (a sinistra) e Roman Abramovich alla Duma di Mosca, prima che le strade dei due oligarchi si dividessero e che Berezovskij fosse costretto all’esilio in Gran Bretagna