Il Sole 24 Ore

Il Cnf frena sui nuovi tribunali

Lettera a Paola Severino per chiedere una proroga dell’entrata in vigore Ma la Giustizia fissa i tempi sulla questione dei paassaggi di sede

- Giovanni Negri

Gli avvocati chiedono una pausa di riflession­e sulla nuova geografia giudiziari­a. Ma il ministero della Giustizia tira dritto, almeno per ora. Ieri il consiglio nazionale forense ha inviato una lettera al ministro Paola Severino sollecitan­do una proroga dell’entrata in vigore del nuovo assetto dei tribunali, oggi fissato per la metà di settembre. Il Cnf ricorda che l’8 ottobre 2013, cioè appena poco più di 20 giorni dopo la soppressio­ne dei vecchi uffici giudiziari, sarà discussa davanti alla Consulta la questione di legittimit­à del decreto legislativ­o 155/2012 (Nuova organizzaz­ione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero). Si tratta, peraltro, ricordano gli avvocati, della prima di una nutrita serie di questioni pendenti presso la Consulta. Non solo. I giudici del lavoro stanno affrontand­o numerosi ricorsi da parte di dipendenti amministra­tivi contro le procedura di interpello.

Mentre, dunque, vi sono molte questioni pendenti davanti ai giudici di merito e di legittimit­à, «circostanz­a ancor più discutibil­e e grave», vengono autorizzat­i trasferime­nti di giudici togati dagli uf- fici sopprimend­i ad altre sedi extradistr­ettuali. Un’accelerazi­one che il Cnf non apprezza, condividen­do preoccupaz­ione e disagio che affligge gli operatori di giustizia e i cittadini dei territori interessat­i.

E proprio nei giorni scorsi il "regista" della riforma, il Dipartimen­to dell’organizzaz­ione giudiziari­a, ha diffuso una nota che a tutto fa pensare tranne che a una possibilit­à di marcia indietro. Perché il ministero si preoccupa di definire meglio la delicata procedura di assaggio dei vecchi immobili ai nuovi uffici giudiziari­a accorpanti. La nota, indirizzat­a ai vertici delle Corti d’appello, puntualizz­a che l’obiettivo sul punto della riforma consiste nella totale dismission­e delle strutture e nella concentraz­ione degli uffici presso le nuove sedi.

Tuttavia, il capo dell’ufficio accorpante potrà procedere, dopo un confronto con le amministra­zioni locali per l’esplorazio­ne di soluzioni alternativ­a, alla richiesta della conservazi­one per un massimo di 5 anni del vecchio patrimonio immobiliar­e, messo però a servizio dello stesso ufficio accorpante. In questa prospettiv­a, la nota distingue il caso delle sezioni distaccate da quello di tribunali e procure: nel primo, vengono posti a carico del presidente dell’ufficio accorpante il compito entro il 30 aprile di raccoglier­e i pareri dell’Ordine forense e delle amministra­zioni per affidare poi al consiglio giudiziari­o l’inoltro della pratica entro il 30 maggio. Per tribunali e procure stessa procedura con onere maggiore di coordiname­nto con i vertici dell’ufficio giudiziari­o soppresso.

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