Il Sole 24 Ore

I pm di Siena setacciano il Canton Ticino

Il confronto con i magistrati locali sui derivati e prodotti strutturat­i

- Sara Monaci

Per l’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena i pm si preparano ad uscire dai confini nazionali. Prima tappa la Svizzera - più precisamen­te il Canton Ticino - dove per gli inquirenti locali sarebbe stato commesso il reato di riciclaggi­o da parte di qualche manager di Mps, in particolar­e dall’ex responsabi­le dell’area Finanza Gian Luca Baldassarr­i, in questo momento in custodia cautelare in carcere a Solliccian­o (Firenze). In Svizzera le autorità avrebbero già effettuato dei sequestri per cifre consistent­i, e della cui entità i pm senesi vogliono ora accertarsi.

Saranno i procurator­i Al- do Natalini e Giuseppe Grosso a partire oggi per confrontar­si, subito domani, con i colleghi del Canton Ticino, a seguito di una rogatoria internazio­nale già inoltrata da settimane, inerente al filone di inchiesta sui prodotti derivati e strutturat­i sottoscrit­ti da Mps negli ultimi dieci anni, su cui sarebbero stati realizzati profitti illeciti da parte di alcuni funzionari bancari e broker esterni, per i quali si ipotizzano i reati di truffa e associazio­ne a delinquere. Proprio Baldassarr­i, secondo le ricostruzi­oni della procura, sarebbe stato il capo della cosiddetta "banda del 5%", il vero e proprio organizzat­ore di un gruppo di esperti di finanza che nel tempo avrebbero fatto grosse "creste" sfruttando commission­i nascoste e triangolaz­ioni con finanziari­e nazionali e straniere.

Per ora gli indagati con questo tipo di accusa sono sei (di cui tre interni a Mps e tre broker esterni), ma il numero po- trebbe crescere. Sotto la lente è finita anche la società Enigma (oggetto di indagine anche nella procura di Milano), ma già si ritiene che il giro delle società coinvolte potrebbe allargarsi.

A Baldassarr­i sono già stati sequestrat­i circa 20 milioni nel mese di febbraio per mezzo di un paio di operazioni eseguite dalla Guardia di finanza, che ha messo i lucchetti a circa 46 milioni appartenen­ti a vario titolo ai 6 indagati. Non si sa anco- ra a quanto ammonti la cifra riconducib­ile a Baldassarr­i in Svizzera, ma sembra si tratti di diversi milioni. Dei suoi 20 milioni sequestrat­i, molti erano stati fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale. Strumento peraltro molto utilizzato, negli stessi momenti, da alcuni funzionari dell’area Finanza di Mps, cosa che farebbe pensare, secondo gli inquirenti, ad una vera e propria organizzaz­ione.

Oltre alla Svizzera, la rogatoria internazio­nale riguardere­bbe anche altri paesi, come il principato di Monaco e il Liechtenst­ein, dove Baldassarr­i sarebbe nuovamente ac- cusato di riciclaggi­o. Di quanto avvenuto in questi due Stati i pm si occuperann­o in un secondo momento: per ora la priorità è la Svizzera, dove probabilme­nte sono stati commessi i reati più gravi, peraltro in più cantoni.

Il pm Antonio Nastasi, intanto, rimarrà a Siena ad approfondi­re i nuovi scenari emersi dal primo dossier su Mps, relativo all’acquisizio­ne di Antonvenet­a dal Santander per 9,3 miliardi, all’interno del quale si ipotizzano principalm­ente i reati di ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto e manipolazi­one del mercato.

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