Il colosso franco-tedesco Eads studia l’offerta su Avio Spazio
I compratori verso la scelta degli advisor - In campo anche Safran e Thales
trolla l’81% dell’azienda) e Finmeccanica (con un altro 14%). In particolare, Finmeccanica avrebbe scelto come consulenti Bnp Paribas e Unicredit, mentre il private equity Cinven si sarebbe fatto affiancare dai banker di Rothschild.
In ogni caso quella che sta per partire non sarà un’asta in senso stretto, ma un processo esplorativo volto a trovare la migliore opportunità di valorizzazione, quindi anche alleanze.
Ma quale è l’identikit del possibile compratore di Avio Spazio? Eads è nata nel 1999, quando la tedesca Dasa (gruppo Daimler) acquistò la spagnola Construcciones Aeronauticas per poi combinarsi con i francesi di Matra e far nascere Eads, acronimo di European aeronautic defence & space.
Oggi resta il maggior gruppo europeo dell’aeronautica famoso per la progettazione e costruzione degli Airbus e per la controllata Eurocopter, numero uno mondiale degli elicotteri civili: nel 2013 ha accresciuto il fatturato del 15%, a 56,5 miliardi di euro (con un margine operati- vo lordo di 4,2 miliardi e un profitto netto di 1,2 miliardi ) sostenuto in particolare dall’espansione delle attività del settore civile, mentre quelle nella difesa sono rimaste stabili. Nello spazio Eads è attiva tramite la controllata Astrium, che ha realizzato un fatturato di 5,5 miliardi nel 2012.
La compagine azionaria di Eads, dopo che nello scorso anno è fallita la trattativa per la fusione con la britannica Bae Systems, si basa su un equilibrio franco-tedesco. Il 22,16% fa infatti capo a Sogeade, holding dove sono presenti lo Stato francese e il gruppo Lagardère. Il 14,77% di Eads è invece di proprietà di Dasa (joint venture dove il peso maggiore lo ha il gruppo Daimler). Il 2,75% fa invece capo alla banca tedesca Kfw e un altro 5,40% a Sepi, holding statale iberica.
Tuttavia, alla fine dello scorso anno, gli azionisti di Eads hanno approvato un riassetto per equlibrare la governance tra Parigi e Berlino, anche alla luce delle intenzioni di Daimler, che da tempo ha annunciato di vo- ler cedere la partecipazione per concentrarsi sul core business dell’auto. La nuova governance prevede, dunque, che allo Stato francese e tedesco andranno quote del 12% di Eads, mentre Madrid avrà il 4 per cento.
Ovvio che Avio Spazio potrebbe consentire ad Astrium di crescere ulteriormente. Secondo alcune stime circolate di recente, l’azienda italiana potrebbero valere tra i 300 e i 400 milioni di euro. Altri potenziali compratori potrebbero essere le francesi Safran (che potrebbe avere come advisor Ubs e Mediobanca) e Thales. Restano alcuni nodi. Il primo è la difesa dell’italianità del gruppo Avio Spazio, aspetto che potrebbe influire su tutta la struttura dell’operazione. Il secondo nodo riguarda le decisioni che prenderà Finmeccanica che (malgrado abbia solo una minoranza) ha voce in capitolo sull’esito di tutta l’operazione. Di sicuro lo stallo politico non sta aiutando, malgrado le redini dell’azienda siano state prese da Alessandro Pansa.