Ipo Facebook, ok Sec al piano risarcimenti
Dopo i problemi al debutto al Nasdaq
Un primo risarcimento è scattato, altre sanzioni potrebbero ancora arrivare per il collocamento di Facebook, il più atteso e controverso dell’ultima generazione degli sbarchi a Wall Street. La Securities and Exchange Commission ha approvato un pagamento da 62 milioni di dollari a carico del Nasdaq Omx Group, la borsa che aveva vinto il diritto a lanciare il titolo e poi malamente fallito nella sua gestione, trasformando un trionfo in una disfatta che, con le borse reduci da scandali e crisi finanziarie, scosse ulteriormente anche la fiducia nella trasparenza e nella credibilità dei mercati. Il pagamento, ha chiarito la Sec, non archivia la saga: nuovi ri- corsi sono possibili, sia da parte di broker danneggiati che di autorità di regolamentazione.
Il risarcimento, che era stato proposto dallo stesso Nasdaq ma per essere messo in atto richiedeva il via libera dell’authority del mercato mobiliare, copre solo una parte dei costi incorsi dai broker per la debacle, una spirale di paralisi tecnologiche e inadeguati controlli da parte del Nasdaq quando il 18 maggio 2012 tenne a battesimo il titolo sotto il simbolo di Fb. Quei costi, secondo le stime, sono stati pari ad almeno 500 milioni di dollari. Ubs ha calcolato le sue perdite in 356 milioni, Citigroup in 20 milioni, Knight Capital e Citadel in 35 milioni l’una.
La cifra approvata rappresenta già un parziale successo degli operatori danneggiati: il Nasdaq aveva infatti offerto inizialmente ancora meno, 40 milioni per di più pagati per due terzi in sconti su commmissioni per il tarding. Era stato però costretto a migliorare la proposta, adesso interamente in contanti, in seguito a un’aperta rivolta di clienti e investitori. Società come Ubs e Citigroup non si sono tuttavia accontentate: avevano chiesto alla Sec di bocciare anche il nuovo piano come insufficiente affermando, anzitutto Ubs, di voler ottenere il completo risarcimento dei danni.
Spetterà ora all’associazione di autoregolamentazione dei broker, la Finra, ripartire i primi rimborsi. Con la precisazione che questo non mette il Nasdaq al riparto da ulteriori ricorsi: può essere ancora oggetto tanto di azioni legali individuali da parte di operatori o investitori, quanto di interventi da parte di autorità di regolamentazione. La stessa Sec ha in corso negoziati con il Nasdaq che potrebbero tradursi in nuove sanzioni destinate a correggere le fragilità esposte dall’Ipo del secolo. Il giorno del debutto era stato preceduto da polemiche sul prezzo di collocamento giudicato troppo alto (faceva di Facebook il primo sbarco di un gruppo da cento miliardi di capitalizzazione di mercato) e da sospetti su favori offerti a grandi investitori. Ma nessuno si aspettava quanto accadde: il Nasdaq, il mercato elettronico per eccellenza, fu costretto a tardare l’avvio degli scambi sulle azioni Fb di mezz’ora tra cortocircuiti dei suoi sistemi. Non solo: per almeno altre tre ore non riuscì a dare conferma ai broker degli ordini di compravendita. In un clima di enorme confusione e tensione, ordini non vennero eseguiti e tutti rimasero nella totale incertezza sulle loro posizioni nel titolo. Contando a fine giornata, anzichè i guadagni, le perdite.