Navacchio guida la filiera toscana con più di 500 imprese
Più di 500 imprese, 24mila occupati, dieci tra organismi di ricerca e centri servizi che operano nell’information & communication technology e nella robottica. È il Polo toscano d’innovazione Ict-Robotica coordinato dal Polo tecnologico di Navacchio. Il Polo Ict-Robotica fa parte della rete di 11 filiere innovative individuate dalla Regione Toscana, unite da rapporti di collaborazione, che grazie ai fondi europei 2007-2013 (Por-Fesr e Par-Fas) puntano a migliorare le condizioni di competitività del sistema d’impresa in alcuni comparti strategici per il territorio. La Toscana sta affrontando una difficile fase di declino industriale e il governatore Enrico Rossi è impegnato a far ripartire la macchina produttiva utilizzando proprio i finanziamenti europei. Nel rilancio delle attività di Ict-Robotica, il Polo di Navacchio punta alla costituzione di cluster tecnologici che devono facilitare lo scambio di know how e la collaborazione tra imprese. I cluster già attivi sono sei: automazione e robottica; Ict gestionale; media entertainment; open source e open data; tecnologie aerospaziali; telecomunicazioni.
I casi di successo non mancano: dalla SensorDynamics (sensori per auto), rilevata per 130 milioni di dollari nel 2011 dall’americana Maxim integrated products, alle startup Pitom (robotica) e Spacedys (si veda altro servizio in pagina). L’ingresso al Polo di Navacchio non è facile (c’è la lista d’attesa) e ha un costo: 10,50 euro al mese per metro quadrato (i lotti vanno da 40 a 800 metri quadrati), più 2 euro di condominio. «Sono condizioni di mercato, con il valore aggiunto del nostro modello organizzativo», sottolinea il direttore generale del Polo, che ha un budget di 2,5 milioni all’anno, 12 dipendenti e un Ebitda positivo, con più di 8 milioni investiti.
«È stata giusta l’intuizione di puntare al manifatturiero innovativo, recuperando una vecchia fabbrica abbandonata – commenta Luca Barsotti, assessore all’Innovazione del Comune di Cascina –: qui sono approdate e stanno crescendo aziende dell’hitech e startup del territorio». Il servizio d’incubazione, partito nel 2003, ha ospitato fin qui 47 soggetti (di cui 34 hanno concluso positivamente il loro percorso) e nel 2011 ha vinto il premio internazionale Best Science Based Incubator. «Il nostro è un approccio pragmatico – racconta Elisabetta Epifori, direttrice dell’incubatore all’interno del Polo di Navacchio –. Le startup ricevono un supporto organizzativo, compreso l’asilo aziendale interno, ma hanno un contratto di tre mesi rinnovabile fino a un massimo di tre anni, pagano un canone d’affitto che è il 30% più caro di quello del Polo, e devono rispettare gli impegni economici presi».
Le startup sono monitorate costantemente. «Facciamo formazione e offriamo l’assistenza di cui hanno bisogno, dall’avvocato al consulente per i brevetti – aggiunge Epifori –. Dopo il triennio, escono dall’incubatore e il 90% resta all’interno del Polo. La propensione ad aprire il capitale a investitori esterni, però, è ancora bassa».
La crescita internazionale delle imprese è al centro del nuovo piano industriale del Polo, in fase di messa a punto da parte degli azionisti. «Le aziende hanno bisogno di competenze manageriali da affiancare a quelle tecnologiche», dice Barsotti. Lo sviluppo del quinto lotto del Polo di Navacchio, già in programma, sarà pensato anche in questa ottica. Sul sito del Sole 24 Ore, in un’apposita sezione, sono disponibili gli articoli e gli approfondimenti dei nostri inviati, frutto del viaggio condotto all’interno dei distretti tecnologici italiani presenti nelle diverse regioni
Le startup che trovano spazio all’interno del Polo tecnologico di Navacchio (Pisa) operano in svariati settori: dalla fisica all’aerospazio alle nanotecnologie (