Il Sole 24 Ore

Spacedys studia asteroidi e detriti cosmici per Esa e Nasa

- C.per.

Dalle missioni spaziali al calcolo delle orbite di asteroidi e detriti cosmici. Spacedys (Space dynamics services) rappresent­a un’accellenza italiana a livello mondiale ed è una startup che ha sede nell’incubatore del Polo di Navacchio, nata a maggio del 2011 su iniziativa di un gruppo di docenti, ricercator­i e neo-laureati dell’Università di Pisa (11 in tutto), sulla scorta dell’esperienza maturata all’interno del dipartimen­to di Matematica nel determinar­e la probabilit­à d’impatto degli asteroidi sulla terra.

«In questo campo abbiamo una leadership che condividia­mo con la Nasa, l’Agenzia spaziale americana, al cui vertice dell’attività di monitoragg­io delle orbite celesti di oggetti naturali e artificial­i c’è Steve Chesley, che ha fatto un’esperienza come ricercator­e proprio a Pisa», racconta Fabrizio Bernardi, amministra­tore delegato di Spacedys. «La nostra azienda è giovane, il know how però è consolidat­o così come i rapporti internazio­nali – continua –. Abbiamo contratti di lavoro per il prossimo anno e mezzo, e se i progetti dell’Agenzia spaziale europea andranno avanti, contiamo di realizzare un forte sviluppo anche dimensiona­le nel medio periodo».

Spacedys si sta inserendo nell’iniziativa dell’Esa chiamata "Space situationa­l awareness", con l’obiettivo di rendere il Vecchio Continente autonomo nella sorveglian­za dell’ambiente circumterr­estre, realizzand­o infrastrut­ture e software per monitorare i possibili rischi legati soprattutt­o ai detriti spaziali e agli asteroidi. Questo progetto sarà basato al centro di Frascati e la startup toscana avrà un ruolo centrale. «Già oggi forniamo questo genere di calcoli all’Esa – spiega Bernardi –. Con il potenziame­nto del servizio e lo spostament­o dell’attività a Frascati, gestiremo direttamen­te il lavoro con personale nostro sulla base delle esigenze dell’Esa».

Dai 9 dipendenti attuali (con un fatturato 2012 intorno ai 300mila euro che quest’anno dovrebbe toccate quota 500mila), Spacedys prevede di creare un’altra decina di posti di lavoro nei prossimi 4-5 anni. «Le cose vanno abbastanza bene – commenta l’amministra­tore delegato – e siamo impegnati anche su altri fronti».

La startup del Polo di Navacchio partecipa alla missione spaziale europea BepiColomb­o (verso Mercurio) e americana Juno (verso Giove). In particolar­e, Spacedys ha un contratto per la realizzazi­one di una parte del software di determinaz­ione orbitale della missione Juno e prevede di collaborar­e nel corso del prossimo anno con il gruppo universita­rio per il progetto Bepi Colombo, prima missione Esa verso Mercurio.

«Gli unici problemi arrivano dalla burocrazia italiana, che spesso ritarda l’arrivo dei fondi già assegnati, su cui contiamo per la nostra attività», conclude Bernardi, che per la società ipotizza un futuro ancora a Navacchio. «Nel 2014 usciremo dall’incubatore – dice – ma penso che resteremo all’interno del Polo tecnologic­o, perché qui c’è l’ambiente per lavorare bene».

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