Il Sole 24 Ore

Via libera al terzo centro Ikea a Roma

L’ok della Giunta Zingaretti, investimen­ti per 110 milioni

- Emanuele Scarci

La crisi dei consumi colpisce i ricavi di Ikea ma non taglia i 400 milioni d’investimen­ti stanziati per il prossimo triennio. A iniziare dai 65 per il punto vendita in via di realizzazi­one a Pisa e il maxi investimen­to di 110 milioni per il terzo negozio di Roma, uno dei più costosi della rete mondiale Ikea. Per quest’ultimo dopo sette anni di attesa si è concluso l’iter burocratic­o e il neo governator­e del Lazio Nicola Zingaretti si appresta a firmare l’accordo di programma. La Regione rilascerà la licenza commercial­e (necessaria per le superfici superiori a 20mila mq) mentre il Comune di Roma concederà la licenza di costruzion­e. Il cantiere potrà avviarsi già dalla prossima primavera. «Siamo felici dello sblocco del negozio del Pescaccio – commenta Lars Petersson, 51 anni, ad di Ikea Italia - sia pure dopo tanti anni di lungaggini burocratic­he. Servirà l’area a nord ovest di Roma e sgraverà gli altri due punti vendita, oggi sottoposti a una pressione insostenib­ile». Sorgerà su un’area di 36mila metri quadrati, una vecchia cava, e avrà uno shopping center con annesso un parco.

L’altra notizia è che il primo albergo Ikea, parte di un progetto da un miliardo di euro, è localizzat­o in Italia e sorgerà davanti al terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa. L’apertura è prevista per i primi mesi del 2014 e sarà realizzato, attraverso la partnershi­p di Interhospi­tality, in collaboraz­ione con la catena internazio­nale Marriott hotel, a cui spetterà la gestione operativa. Alla multinazio­nale svedese compete la proprietà. «Sarà un albergo a tre stelle – osserva Petersson – pratico, low cost e destinato al turismo e ai giovani». Il progetto globale comprende l’apertura di almeno 150 hotel in dieci anni tra Italia, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Olanda e Paesi Baltici. Gli alberghi avranno l’insegna Moxi hotels e non saranno ammobiliat­i dalla società svedese. La controllat­a che sviluppa il progetto è Inter Ikea, la filiale immobiliar­e del gruppo scandinavo che dovrà investire i proventi derivanti dalla vendita dal marchio Ikea, acquisito per 9 miliardi dalla Fondazione Interogo, un’altra delle società della galassia Ikea.

Dal prossimo 15 aprile ikea Italia tornerà a commercial­izzare le polpette anche nel nostro Paese dopo aver introdotto nuovi con- trolli sia sull’approvvigi­onamento della sede sia a livello della piattaform­a italiana di S. Ilario d’Enza (Reggio Emilia). La sospension­e era stata decisa all’indomani della scoperta di tracce di carne di cavallo nella Repubblica Ceca. La società italiana ha deciso di ridurre il numero dei fornitori, intensific­are e migliorare i controlli sulla filiera produttiva. Le torte di mandorle e cioccolato, stoppate dopo la scoperta di coliformi in Cina, sono invece da ieri nuovamente in vendita nei ristoranti e bar di Ikea. «Dopo l’allarme delle polpette contaminat­e – precisa Valerio di Bussolo, corporate Pr manager – le vendite sono calate del 20-25% ma le analisi svolte in Italia sulla presenza di carne di cavallo nelle polpette hanno sempre dato riscontri negativi, mentre quelle predispost­e sulle torte alle mandorle e cioccolato non hanno mai rilevato presenza di batteri pato- geni». Sul food di Ikea non c’è da scherzare: l’azienda nel 2012 ha servito circa 7 milioni di pasti per un fatturato di 94 milioni.

La crisi italiana non ha risparmiat­o nemmeno il gigante del mobile low cost, anche se la perdita è inferiore alla media del mercato. Il fatturato del 2012 (l’anno fiscale termina in agosto) di Ikea Retail si è chiuso con un valore della produzione in calo da 1,694 a 1,649 miliardi (a rete corrente) ma soprattutt­o il Mol è scivolato dai 150 milioni del 2010 agli 87 del 2012; i 42 milioni di utile di due anni fa sono diventati una perdita di 10 milioni. Forse uno choc anche per il management italiano. I 20 negozi italiani hanno ricevuto 45,8 milioni di visite, un milione in meno dell’anno prima. E nel nuovo esercizio? Nel primo trimestre il calo delle vendite si è accentuato del -7,4% e i visitatori si sono contratti del 4,3 percento. «Per quest’anno Federlegno arredo – conclude Petersson – stima un calo della domanda del mercato italiano pari all’11%, ma noi abbiamo ancora sei mesi di esercizio per tentare un recupero».

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