In Asia il Giappone corre da solo
Mentre Cina e Eda calano, Tokyo traina l’export made in Italy - Al via negoziati per la partnership economica con la Ue
È un’Asia a due velocità decisamente inaspettata quella che emerge dagli ultimi dati preliminari sull’export italiano: in febbraio, al netto calo – in un ordine tra il 7 e l’11% – registrato verso Cina, India ed "Eda" (economie dinamiche asiatiche) fa riscontro un robusto +7,5% nei confronti del Giappone. Secondo i dati grezzi doganali nipponici, poi, l’import dall’Italia è salito di quasi il 35% a febbraio, la performance migliore tra tutti i Paesi (a pari merito con la Russia). Il dato diventa ancora più sorprendente perché da inizio anno l’euro ha continuato a rafforzarsi sullo yen, assecondando la dinamica discendente della valuta nipponica iniziata dal novembre dell’anno scorso, e vale circa un quarto in più rispetto al febbraio 2012. D’altra parte, l’incipiente "Abeconomics" – ovvero le aspettative di un robusto rilancio dell’economia legate a più aggressive politiche monetarie e fiscali – sembra avere già cambiato in positivo l’umore di imprese e consumatori a Tokyo e dintorni. Le attese di cambiamento si estendono alla prospettiva di riforme suggerita dalla spinta verso accordi di libero scambio sia con gli Stati Uniti (attraverso la prossima adesione alle trattative in sede Trans-Pacific Partnership ), sia con l’Unione Europea. Proprio ieri è stato annunciato a Tokyo che i negoziati per una partnership economica con la Ue (avversata in particolare dal settore auto europeo) inizieranno in aprile. Il vertice bilaterale è saltato a causa della crisi di Cipro ma – dopo aver parlato al telefono – Van Rompuy, Barroso e il premier Abe hanno concordato di cominciare a trattare il mese prossimo. Tokyo spera di chiudere in due anni, ma è molto probabile che occorrerà più tempo.