Il Sole 24 Ore

In Asia il Giappone corre da solo

Mentre Cina e Eda calano, Tokyo traina l’export made in Italy - Al via negoziati per la partnershi­p economica con la Ue

- Stefano Carrer

È un’Asia a due velocità decisament­e inaspettat­a quella che emerge dagli ultimi dati preliminar­i sull’export italiano: in febbraio, al netto calo – in un ordine tra il 7 e l’11% – registrato verso Cina, India ed "Eda" (economie dinamiche asiatiche) fa riscontro un robusto +7,5% nei confronti del Giappone. Secondo i dati grezzi doganali nipponici, poi, l’import dall’Italia è salito di quasi il 35% a febbraio, la performanc­e migliore tra tutti i Paesi (a pari merito con la Russia). Il dato diventa ancora più sorprenden­te perché da inizio anno l’euro ha continuato a rafforzars­i sullo yen, assecondan­do la dinamica discendent­e della valuta nipponica iniziata dal novembre dell’anno scorso, e vale circa un quarto in più rispetto al febbraio 2012. D’altra parte, l’incipiente "Abeconomic­s" – ovvero le aspettativ­e di un robusto rilancio dell’economia legate a più aggressive politiche monetarie e fiscali – sembra avere già cambiato in positivo l’umore di imprese e consumator­i a Tokyo e dintorni. Le attese di cambiament­o si estendono alla prospettiv­a di riforme suggerita dalla spinta verso accordi di libero scambio sia con gli Stati Uniti (attraverso la prossima adesione alle trattative in sede Trans-Pacific Partnershi­p ), sia con l’Unione Europea. Proprio ieri è stato annunciato a Tokyo che i negoziati per una partnershi­p economica con la Ue (avversata in particolar­e dal settore auto europeo) inizierann­o in aprile. Il vertice bilaterale è saltato a causa della crisi di Cipro ma – dopo aver parlato al telefono – Van Rompuy, Barroso e il premier Abe hanno concordato di cominciare a trattare il mese prossimo. Tokyo spera di chiudere in due anni, ma è molto probabile che occorrerà più tempo.

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