Deroga, manca un miliardo
Mastrapasqua (Inps): «Al ministero stanno studiando i numeri, aspettiamo i risultati» La cifra stimata da Regioni e sindacati servirà a coprire il 2013
È allarme risorse per la copertura della cassa in deroga nel 2013. Al tavolo tra il ministro Fornero, sindacati e Regioni si è stimato che mancano all’appello tra gli 800 milioni e 1 miliardo di euro per finanziare la Cigd per l’intero anno.
Una boccata d’ossigeno è arrivata la scorsa settimana, quando il ministro Fornero ha annunciato lo sblocco della seconda tranche di 260 milioni, in aggiunta alla prima da 520 milioni, spiegando però che il nuovo Parlamento dovrà trovare altre risorse. È questa una delle prime emergenze con cui dovrà fare i conti la nuova legislatura, anche se il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, lancia messaggi rassicuranti: «Il ministro Fornero ha dichiarato il massimo impegno – ha detto – quindi penso che sia l’attuale governo che il prossimo faranno il possibile per garantire i fondi per la cassa in deroga». Mastrapa- squa non ha voluto rispondere alla domanda sulle risorse necessarie, limitandosi a dire che «ci sono delle elaborazioni al ministero del Lavoro, stanno studiando i numeri. Aspettiamo di vedere i risultati di questo tavolo».
Vediamo come Regioni e sindacati sono arrivati a quantificare in 800 milioni-1 miliardo l’entità dei fondi ancora necessari per gli ammortizzatori in deroga. «Per il 2012 – spiega il coordinatore degli assessori al Lavoro presso la Conferenza unificata, Gianfranco Simoncini – sono stati erogati fino allo scorso 28 febbraio 2,031 miliardi e sono ancora disponibili 180 milioni, per un totale quindi di poco superiore ai 2,2 miliardi. La stessa cifra servirà anche per il 2013, se ci basiamo su stime assai prudenziali, ipotizzando di restare ai livelli del 2012». Ma quante risorse sono disponibili oltre ai 780 milioni già citati? La legge di stabilità (legge numero 228 del 2012) al comma 255 stabilisce che il ministro del lavoro, una volta esaurito il monitoraggio, può disporre entro il 30 aprile la destinazione agli ammortizzatori in deroga del 50% dello 0,30% versato dalle imprese per la formazione, limitatamente al periodo 1˚ giugno 2013-31 dicembre 2013, per un ammontare stimato in circa 200 milioni. Peraltro questa misura ha suscitato le critiche dei fondi interprofessionai: «Si utilizzano per le politiche passive i contributi versati dalle imprese per le politiche attive», afferma Bruno Vitali (vicepresidente di Fondimpresa). Si potrà smobilizzare anche una parte delle risorse reperite dal ministro Barca dai fondi strut- turali europei, complessivamente tre quarti dei 530 milioni andranno a quattro regioni meridionali - la Campania farà la parte del leone -, quindi circa 400 milioni, sempre per gli ammortizzatori in deroga. «L’utilizzo di queste risorse per gli ammortizzatori in deroga è soggetto alla valutazione europea – fa notare Claudio Treves (Cgil) – inoltre, sono somme disponibili per un triennio, non solo per il 2013. Serve un confronto a livello di Palazzo Chigi». Anche perchè con le attuali risorse le Regioni stimano di riuscire ad assicurare gli ammortizzatori in deroga fino a giugno-luglio. La situazione è esplosiva: «Anche diverse municipalizzate in crisi - afferma Guglielmo Loy (Uil) - pensano di ricorrere a questo strumento, come la Gesip di Palermo o l’Aspal di Alessandria. Con l’utilizzo anche da parte delle aziende pubbliche è destinato a lievitare il numero di lavoratori, con conseguenti problemi di copertura».