L’allarme della Fnsi: «Settore cruciale»
«La crisi pesa in maniera drammatica su tutto il mondo del lavoro e delle imprese. L’editoria e il lavoro giornalistico sono in una condizione di allarme acuto e stanno pagando un prezzo altissimo, direttamente e per i riflessi di un Paese fermo e ancora senza un Governo». A lanciare l’allarme è il segretario della Fnsi, Franco Siddi che spiega: «Certamente non possiamo non esprimere grande apprezzamento per l’idea di regolare i conflitti d’interesse e avviare una riforma di garanzie per il servizio pubblico radiotelevisivo - prosegue - le questioni dei media, tuttavia, sono più ampie, complesse e dense di nuove emergenze, fino a veri e propri casi di nuove povertà per il lavoro giornalistico. Quello dei media è un settore industriale in cui non ci sono solo le parole, le immagini, ma è un mondo vitale per la tenuta democratica e la ripresa del paese. Vi convivono organizzazione d’impresa, ricerca, innovazione, cultura, intelligenze, qualificazione professionale e precariato diffuso, un’opera che - tutt’uno con il valore democratico dell’informazione - è un vero e proprio bene pubblico. E come tale non può essere né disconosciuto né considerato un problema a se, e neanche da affidare a operazioni di cauta diplomazia politica».
L’intervento di Siddi arriva nel giorno in cui vengono resi noti i dati del referendum con cui i lavoratori della Rai, hanno votato per il rinnovo di contratto di lavoro sottoscritto il 7 febbraio dai sindacati dopo 37 mesi dalla scadenza: ha partecipato al voto il 74% dei lavoratori, hanno votato si 7.309 (93%), mentre hanno votato no 543 (6,9%).