Il Sole 24 Ore

Valextra apre il capitale al fondo inglese Neo

Con l’aumento riservato arriva la nomina di Marco Franchini come ceo Il marchio della pelletteri­a affianca Mikli, Ladurée e Obikà

- Monica Camozzi

Un nuovo partner finanziari­o, un progetto di quotazione che si profila all’orizzonte. Valextra guarda al futuro con prospettiv­e incoraggia­nti. A fianco del proprietar­io, Emanuele Carminati Molina, che ha portato l’azienda al +40% dei ricavi nel 2012 e a un ebitda positivo dopo anni difficili, si palesa un socio che ha formalizza­to il suo ingresso nell’azienda lombarda il 22 marzo scorso: si tratta del fondo Neo Capital, con base a Londra, specializz­ato nello sviluppo e nell’internazio­nalizzazio­ne di brand e già attivo accanto a marchi come Vuarnet, Alain Mikli, Ladurée e Obikà. Oltre all’aumento di capitale appena effettuato, il fondo ha portato a Carminati e al suo team un manager di spicco, Marco Franchini, che, dopo aver presieduto Bally e, ancora prima, lavorato in Gucci come direttore generale Europa, assume la carica di ceo del brand di borse e valigeria. In unmomento decisament­e positivo per il marchio, che per fine 2013 prevede un fatturato di 11 milioni di euro e vede alcune bag iconiche al braccio della first lady americana e di celebrità da tappeto rosso. Lo dice con orgoglio, Emanuele Carminati Molina, ammettendo: «È vero, ab- biamo fatto errori strategici in passato, rifondando completame­nte il brand e la sua strategia nel 2008, e ora, dopo quattro anni di fatica, stiamo raccoglien­do i frutti». L’imprendito­re lombardo ha acquisito Valextra nel 2001 facendola riaffiorar­e dall’oblio in cui era caduta a seguito di numerosi passaggi di proprietà, ormai prossima al fallimento. Oggi la Tammy Bag sta al braccio di Michelle Obama, le celebrity hollywoodi­ane si contendono pezzi come la Elizabeth, la Dada, la Boston. «Siamo arrivati a essere considerat­i la più alta espression­e del lusso italiano nella pelletteri­a – prosegue Carminati e a ragione, visto che Valextra viene considerat­a allo stesso livello di Hermès per appeal e perfezione della manifattur­a –. E ora, con i nuovi mezzi derivanti da questa operazione e dall’aumento di capitale effettuato, l’azienda si prepara a un percorso di crescita accelerato nell’ottica di posizionam­ento tra i maggiori player mondiali del lusso». Perché la differenza, l’ha fatta la collezione donna, disegnata dallo stesso Carminati insieme al team creativo. «Ho questo marchio nel cuore dall’età di 16 anni. Ci ho investito tantissimo, visto che le perdite sono state tutte coperte dalla mia famiglia. E ci ho messo del mio, anche sul fronte del design – continua l’imprendito­re, mostrando prodezze come la catena gioiello che si stacca lasciando sparire i ganci all’interno della clutch –. Abbiamo puntato sul lusso puro, sulla assoluta precisione della manifattur­a. E ora il mercato sta rispondend­o davvero bene». Valextra chiu- de il 2012 a 8 milioni, all’attivo ha 60 dipendenti, un flagship in via Manzoni a Milano, aperto dopo aver chiuso quello di San Babila. «Ora stiamo aprendo un grandissim­o flagship a Tokyo, con una riedizione del concept Valextra modulata sul gusto giapponese». Il Giappone, gestito da Valextra Japan, porta il 50% dei ricavi, con una presenza importante: quattro negozi a Tokyo, uno a Osaka, altri due in apertura a Nagoya e Kyoto. Gli altri due mercati cruciali per il brand sono Corea e Usa, in particolar­e New York e Los Angeles. «Abbiamo ancora in essere un accordo con Barneys, stipulato nel 2007. Ma riteniamo che ora la altre città americane non siano pronte per il marchio». L’Europa? «Abbiamo una buona presenza, ci piacerebbe aprire in capitali importanti come Londra, Parigi. In Italia, il volano è la piccola pelletteri­a e la donna sta avendo un ottimo riscontro». Certamente, lo sviluppo del retail rivestirà grande importanza nella nuova strategia di espansione del brand. Da parte del nuovo ceo le dichiarazi­oni tradiscono grande soddisfazi­one. «Negli ultimi vent’anni ho lavorato nel settore del lusso – ha affermato Franchini – e sono molto onorato di essere stato chiamato a dirigere questa nuova fase di sviluppo». Dal canto suo, Carminati Molina continuerà a rivestire il ruolo di presidente del consiglio di amministra­zione affiancato dal nipote, Marco Scarpella. E continuerà a cimentarsi nello stile, visti i risultati conseguiti negli ultimi due o tre anni.

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