Il Sole 24 Ore

Dal mercato arriva una fiducia inattesa

Un’italia che annaspa a livello politico ed economico trova ancora compratori: ma è una fiducia «a tempo»

- Scudo della Bce

Oltre allo stallo politico che blocca le riforme, a una recessione più severa e un maxi-debito pubblico che non cala, oltre alle minaccie di declassame­nto di rating e un sistema bancario indebolito dai «contraccol­pi indiretti della crisi», anche il contagio europeo si è rigenerato con il bail(in)out di Cipro che ora mina l’affidabili­tà di depositi e obbligazio­ni bancarie senior dopo che l’haircut greco ha fatto crollare il mito dei titoli di Stato risk free.

Eppure i rendimenti che paga l’Italia per rifinanzia­re il debito esercitano un’attrazione fatale in un contesto di "repression­e finanziari­a" e su mercati storditi e intorpidit­i dalla liquidità in eccesso, valutata in almeno 5mila miliardi di dollari (senza contare gli investimen­ti in titoli di Stato americani, tedeschi e inglesi a rendimenti reali negativi). La rete di sicurezza dello scudo anti- spread dell’Esm e delle OMTs della Bce e un’economia globale in buona salute fanno il resto. Così un’Italia che annaspa e vacilla in mezzo al guado politico ed economico, si trova dalla sua mercati disposti a tenderle una mano invece di girare le spalle.

I titoli di Stato rendono solo leggerment­e di più rispetto ai livelli pre-elezioni e invece la matassa della politica non si è dipanata. È un garbuglio fitto di nodi che inasprisce il rischio di nuove elezioni imminenti, lo scenario peggiore per i mercati. Tuttavia, molti investitor­i vedono nei rialzi a singhiozzo dei BTp occasioni di acquisto: riconoscon­o all’Italia la capacità del "colpo di coda", di saper uscire dall’impasse politica con un nuovo governo di larghe intese, una grande coalizione riformatri­ce che porterà avanti misure per la crescita e rinvierà le elezioni di almeno un anno. Ma questi stessi mercati compiacent­i reagirebbe­ro malissimo se, contrariam­ente alle loro aspettativ­e, si tornasse alle urne a breve con un’im- pennata dell’ingovernab­ilità.

La recessione quest’anno sarà più dura del previsto, il Governo ha appena rivisto al ribasso le stime e la ripresina dell’anno prossimo potrebbe essere compromess­a dallo stallo politico che tira il freno alle riforme struttural­i. Ma i mercati non ci stanno: il segno più sul 2014 è sbiadito in molti report di banche italiane ed estere ma stenta a scomparire. La reazione del mercato alla decisione di ripagare 40 miliardi di debiti commercial­i della PA in due anni è emblematic­a: nessun trauma se si caricheran­no le aste dei BTp (non per 40 miliardi, s’intende) purchè una misura pro-crescita faccia centro. Questa tolleranza è però a tempo. Un’Italia in recessione nel 2014 farebbe tremare i polsi ai più ottimisti.

A metà del guado si trova anche il rating sovrano. Le quattro principali agenzie hanno declassato l’Italia di 15 notches in meno di due anni e c’è di buono che il grosso dei tagli è alle spalle. Ma gli outlook negativi restano e si trasformer­anno in retrocessi­oni pericolose (sulla soglia della categoria junk) se il trend del debito/Pil continuerà a salire e con esso l’onere degli interessi sul debito e la disaffezio­ne dei sottoscrit­tori di titoli di Stato. L’effetto destabiliz­zante del contagio europeo pesa sugli spread e sui rating dei periferici più deboli, Spagna e Italia.

I conti pubblici continuano ad essere un motivo di vanto per l’Italia, con il deficit/Pil tra i più bassi e l’avanzo primario tra i più elevati nell’Eurozona. Ma il debito/Pil in area 130% è per contro una fonte inesauribi­le di preoccupaz­ione sui mercati. I 1.700 miliardi circa di titoli di Stato italiani in circolazio­ne alimentano un programma di rifinanzia­mento annuale senza eguali. I rimborsi dei titoli a medio-lungo in scadenza quest’anno sono più leggeri del solito e questo allenta qualche tensione: il programma di raccolta 2013 con oggi potrebbe arrivare al 35% e anche questo è positivo. Ma non basta: privatizza­zioni e dismission­i del patrimonio pubblico, stimate dal Governo Monti per un punto di Pil l’anno, non vanno sospese ma al contrario rafforzate.

I punti di forza dell’Italia non sono dimenticat­i dagli investitor­i a caccia di rendimenti che vogliono vedere il bicchiere 7 Il 6 settembre la Bce ha annunciato il suo «scudo anti spread», presentand­o le Outright monetary transactio­ns (Omt). Con le operazioni Omt la Bce può comprare sul mercato secondario titoli di Stato di durate tra 1 e 3 anni per importi potenzialm­ente illimitati. L’obiettivo degli acquisti è di tenere sotto controllo i rendimenti dei Paesi più in difficoltà. In questo modo la Bce è convinta di poter mettere sul tavolo una potenza di fuoco in grado di battere la speculazio­ne. La Bce ha però posto una serie di condizioni al suo intervento. Per attivare le Omt della Bce, lo Stato in difficoltà deve fare richiesta di aiuto al fondo europeo di stabilità Efsf-Esm e siglare un protocollo d’intesa che conterrà le condizioni dell’aiuto accordato. Nell’ipotesi di un salvataggi­o completo, le condizioni saranno più pesanti. mezzo pieno. Ieri S&P’s ha ricordato in un’analisi sulle prospettiv­e di crescita europee che il debito delle famiglie italiane è il più basso d’Europa. Ma consumi e domanda interna si sono contratti molto con la stretta fiscale del Governo Monti e le imprese sono attanaglia­te dal credit crunch: la ripresa «dovrà puntare sulle esportazio­ni». Intanto il sistema bancario italiano, tra i più solidi in Europa all’epoca dei subprime e delle bolle speculativ­e immobiliar­i, ora accusa il deterioram­ento della qualità degli impieghi, l’aumento del costo della raccolta e il drastico calo della redditivit­à, come sottolinea­to dal vice direttore generale della Banca d’Italia Fabio Panetta. L’haircut sui depositi e bond bancari senior ciprioti se non ben gestito può peggiorare il costo del funding delle banche italiane: le famiglie detengono in Italia 370 miliardi di obbligazio­ni bancarie, oltre 500 miliardi in conti correnti e oltre 400 miliardi in depositi di vario tipo compreso il risparmio postale.

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