Il Sole 24 Ore

Fmi promuove le banche italiane

Il rapporto del Fondo: «Il sistema resiste alla crisi ma non è immune da rischi»

- Rossella Bocciarell­i

«Il sistema finanziari­o italiano ha dimostrato una notevole capacità di reagire di fronte a una recessione severa e prolungata nel Paese e in presenza di una forte crisi in Europa».

C’é apprezzame­nto, nel complesso, per la performanc­e del sistema bancario italiano e per la robusta conduzione dell’attività di supervisio­ne realizzata dalla Banca d’Italia nello statement conclusivo della missione Fsap del Fondo monetario internazio­nale, che è stata guidata da Dimitri Demekas. La diagnosi degli esperti nei confronti dello stato di salute del sistema creditizio e finanziari­o italiano è positiva, anche perché «i risultati degli stress test preliminar­i suggerisco­no» che il comparto nel suo complesso «dovrebbe essere in grado di resistere sia a uno scenario di shock concentrat­i sia a uno di protratta lenta crescita, grazie alla forte capitalizz­azione delle banche e al sostegno di liquidità della Bce».

Insomma, l’Italia finanziari­a appare in grado di sopportare qualunque " worst case scenario", perché i cuscinetti di capitale approntati dalle aziende di credito negli ultimi anni lo permettono, anche tenendo conto dell’esigenza di far fronte alla graduale messa in opera del regime patrimonia­le di Basilea Tre. Se accadesse una situazione di forte stress esterno i "cuscinetti" patrimonia­li potrebbero svuotarsi, ma il sistema terrebbe; inoltre, si afferma, gli shock sul mercato della liquidità possono in ogni caso esse- re riassorbit­i grazie al rilevante ammontare del collateral­e disponibil­e presso le banche. Inoltre «a differenza di quanto avvenuto in altri paesi – si legge – i requisiti di adeguatezz­a patrimonia­li sono stati raggiunti con modesti apporti da parte dello Stato». Non basta. Dello stile della Vigilanza italiana il Fmi è molto soddisfatt­o: nel rapporto si sottolinea che «la forte supervisio­ne sul settore finanziari­o esercitata in Italia è un fondamenta­le pilastro della stabilità del sistema» mentre si torna a consigliar­e una norma per dare a Bankitalia il potere di" removal" e quello di comminare multe non solo alle persone fisiche ma anche a quelle giuridiche.

Tuttavia, il Fondo lancia anche un monito: «Nonostante sia stato stabilizza­to, il sistema finanziari­o italiano non è immune dai rischi». In particolar­e, sottolinea il Fondo, restano rischi-chiave la perdurante debolezza dell’economia reale e il legame tra settore finanziari­o e debito sovrano. Infatti, si spiega nel testo, la recessione si sta riflettend­o in una bassa profittabi­lità del sistema creditizio e questo peggiora la qualità dei prestiti. Il tasso di copertura dei "non performing loans" attraverso accanto- namenti e collateral­e si è ridotto, osservano gli esperti di Washington «sebbene i confronti internazio­nali possano essere fuorvianti, in quanto quanto le regole di classifica­zione dei mutui sono molto più conservatr­ici in Italia che altrove» scrivono gli esperti. Con ciò riconoscen­do quel che il mondo bancario italiano va sostenendo da tempo a proposito dei confronti con i numeri dei nostri vicini di casa.

In ogni caso, prosegue la nota Fmi, sebbene le prospettiv­e economiche di breve termine continuera­nno a pesare sulla profittabi­lità bancaria, il programma di ispezioni sul posto di Bankitalia ha contribuit­o ad accrescere il tasso di copertura dei prestiti deteriorat­i. Il documento Fmi suggerisce comunque che azioni "mirate" nel settore finanziari­o contribuir­ebbero ad accrescere le difese del sistema aumentando le coperture dei crediti a rischio, migliorand­one la profittabi­lità e l’efficienza bancaria, sviluppand­o un mercato per riallocare gli asset deteriorat­i.

Nel testo si riconosce che le Fondazioni hanno giocato un ruolo importante come investitor­i di lungo termine nell’azionariat­o ma, si afferma «la loro presenza sistemica e la loro peculiare struttura di governance richiedono una vigilanza più stretta». Viene infine raccomanda­to un ritocco al sistema di gestione delle crisi e a quello di risoluzion­e per le banche, tenendo anche conto dell’esigenza di allineare le regole italiane agli ormai imminenti cambiament­i previsti a livello europeo.

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