Riservatezza in pericolo per le posizioni «da scudo»
Le anticipazioni sulla prossima circolare
È attesa per i prossimi giorni la circolare esplicativa dell’agenzia delle Entrate sulle comunicazioni relative ai conti scudati, la questione forse più spinosa, e ancora irrisolta, nella gestione dell’archivio dei rapporti. La soluzione verso cui appare orientata l’Agenzia potrebbe comunque riservare amare sorprese ai titolari di conti esteri emersi con la sanatorie, come si è appreso ieri a margine del convegno milanese dell’Afin (Associazione finanziarie italiane), presenti rappresentanti della Direzione accertamento delle Entrate e di Sogei.
Ufficialmente l’Agenzia, chiamata in causa dalle domande degli intermediari, non si sbilancia («Vedrete la circolare tra po- chi giorni, certo che qui è c’è una evidente collisione con il regime di riservatezza previsto dalla normativa sullo scudo» ha detto Giuseppe Tonetti) ma le voci che rimbalzano da via Cristoforo Colombo lasciano pochi margini di dubbio. L’orientamento delle Entrate sarebbe quello di chiedere la comunicazione «a saldo zero» in relazione ai conti scudati.
Una soluzione, questa, già adottata per un’ampia gamma di comunicazioni all’anagrafe (come si legge nell’allegato 1 al provvedimento n. 37561 firmato da Attilio Befera), ma che con riferimento alle attività scudate permetterebbe all’amministrazione di fare l’esatta radiografia del contribuente circa le sue disponibilità estere. Se è vero che il «saldo zero» non comporta la quantificazione dei movimenti operati dell’anno – ma solo del numero e della natura delle operazioni – è altrettanto vero che la casella "vuota" potrebbe permettere alle entrate di separare in automatico i conti correnti italiani e operativi da quelli "muti", e cioè scudati. In sostanza in questo modo l’amministrazione potrebbe avere degli indici chiari e univoci per indirizzare, se lo riterrà opportuno, gli accertamenti da avviare. Se così fosse, i dubbi circa la violazione del "contratto" stipulato a suo tempo dall’amministrazione con i detentori di conti e disponibilità estere tornerebbero con prepotenza al centro del dibattito.
Per capire la logica seguita dall’Agenzia nell’aggiornamento dell’archivio rapporti è utile ripercorrere l’approccio con il tema delle cassette di sicurezza. Dato che per il fisco sono inviolabili – a meno di ottenere l’accesso direttamente dal magistrato – il «saldo zero» servirà a ottenere i "verbali delle discese" (come vengono indicati gli accessi del cliente nel gergo bancario): «Per noi la frequenza di accesso è un indice anche e soprattutto delle modalità di utilizzo – ha detto Tonetti –. È evidente che un conto è prelevare una tantum i gioielli di famiglia, altra cosa, come abbiamo più volte riscontrato, sono gli accessi ripetuti nel caveau, che lasciano sospettare un utilizzo della cassetta di sicurezza come vera e propria cassa» per attività non dichiarate.
L’archivio, accessibile solo da pochissime persone della sede centrale (a differenza dei dati dell’anagrafe tributaria), servirà anche per i controlli Isee «per far emergere il caso classico dei nullatenenti che accompagnano con il Suv a scuola i figli "ticket mensa esenti"».