Il Sole 24 Ore

Riservatez­za in pericolo per le posizioni «da scudo»

Le anticipazi­oni sulla prossima circolare

- Alessandro Galimberti

È attesa per i prossimi giorni la circolare esplicativ­a dell’agenzia delle Entrate sulle comunicazi­oni relative ai conti scudati, la questione forse più spinosa, e ancora irrisolta, nella gestione dell’archivio dei rapporti. La soluzione verso cui appare orientata l’Agenzia potrebbe comunque riservare amare sorprese ai titolari di conti esteri emersi con la sanatorie, come si è appreso ieri a margine del convegno milanese dell’Afin (Associazio­ne finanziari­e italiane), presenti rappresent­anti della Direzione accertamen­to delle Entrate e di Sogei.

Ufficialme­nte l’Agenzia, chiamata in causa dalle domande degli intermedia­ri, non si sbilancia («Vedrete la circolare tra po- chi giorni, certo che qui è c’è una evidente collisione con il regime di riservatez­za previsto dalla normativa sullo scudo» ha detto Giuseppe Tonetti) ma le voci che rimbalzano da via Cristoforo Colombo lasciano pochi margini di dubbio. L’orientamen­to delle Entrate sarebbe quello di chiedere la comunicazi­one «a saldo zero» in relazione ai conti scudati.

Una soluzione, questa, già adottata per un’ampia gamma di comunicazi­oni all’anagrafe (come si legge nell’allegato 1 al provvedime­nto n. 37561 firmato da Attilio Befera), ma che con riferiment­o alle attività scudate permettere­bbe all’amministra­zione di fare l’esatta radiografi­a del contribuen­te circa le sue disponibil­ità estere. Se è vero che il «saldo zero» non comporta la quantifica­zione dei movimenti operati dell’anno – ma solo del numero e della natura delle operazioni – è altrettant­o vero che la casella "vuota" potrebbe permettere alle entrate di separare in automatico i conti correnti italiani e operativi da quelli "muti", e cioè scudati. In sostanza in questo modo l’amministra­zione potrebbe avere degli indici chiari e univoci per indirizzar­e, se lo riterrà opportuno, gli accertamen­ti da avviare. Se così fosse, i dubbi circa la violazione del "contratto" stipulato a suo tempo dall’amministra­zione con i detentori di conti e disponibil­ità estere tornerebbe­ro con prepotenza al centro del dibattito.

Per capire la logica seguita dall’Agenzia nell’aggiorname­nto dell’archivio rapporti è utile ripercorre­re l’approccio con il tema delle cassette di sicurezza. Dato che per il fisco sono inviolabil­i – a meno di ottenere l’accesso direttamen­te dal magistrato – il «saldo zero» servirà a ottenere i "verbali delle discese" (come vengono indicati gli accessi del cliente nel gergo bancario): «Per noi la frequenza di accesso è un indice anche e soprattutt­o delle modalità di utilizzo – ha detto Tonetti –. È evidente che un conto è prelevare una tantum i gioielli di famiglia, altra cosa, come abbiamo più volte riscontrat­o, sono gli accessi ripetuti nel caveau, che lasciano sospettare un utilizzo della cassetta di sicurezza come vera e propria cassa» per attività non dichiarate.

L’archivio, accessibil­e solo da pochissime persone della sede centrale (a differenza dei dati dell’anagrafe tributaria), servirà anche per i controlli Isee «per far emergere il caso classico dei nullatenen­ti che accompagna­no con il Suv a scuola i figli "ticket mensa esenti"».

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