Il Sole 24 Ore

«Difficoltà» ma Bersani tratta ancora

Diplomazie al lavoro per trovare un accordo entro 48 ore - L’ipotesi Bicamerale al Pdl

- Emilia Patta

«Quello che chiediamo è che questo percorso non venga impedito. Cercando di trovare un quadro in cui ciascuno possa almeno parzialmen­te riconoscer­si e prendersi la sua parte di responsabi­lità. Si può appoggiare, sostenere, consentire la nascita di questo governo oppure anche opporsi ma in un quadro di condivisio­ne sul piano istituzion­ale». Pier Luigi Bersani, al termine della prima e più importante giornata di consultazi­oni con i partiti, non aggiunge alcun numero al suo pallottoli­ere. Angelino Alfano chiede un coinvolgim­ento del Pdl nel governo e voce in capitolo sull’elezione del prossimo inquilino del Colle, Roberto Maroni si accoda in nome della coalizione e Scelta civica resta alla finestra limitandos­i ad auspicare maggiore condivisio­ne. Tutto questo mentre il Movimento 5 stelle, che stamani chiuderà il giro di consultazi­oni, ribadisce il suo no al tentativo del segretario del Pd con un voto unanime dei gruppi parlamenta­ri («no a Bersani neanche se si mette in ginocchio», riassume la capogruppo grillina alla Camera Roberta Lombardi).

Eppure Bersani non desiste («ci siamo dati altre 48 ore», dice al termine dell’incontro con la delegazion­e del centrodest­ra) e le trattative restano in effetti aperte su due fronti: la garanzia di una scelta condivisa sull’elezione del presidente della Repubblica e un ruolo di primo piano in quella Convenzion­e per le riforme istituzion­ali messa in campo dal segretario del Pd nell’ottica del «doppio binario», ossia cambiament­o al governo con chi ci sta e larghe intese con tutti per riformare la legge elettorale, dimezzare i parlamenta­ri introdurre una Camera delle autonomie. La presidenza di questa commission­e redigente esterna sulle riforme, composta da parlamenta­ri e anche da rappresent­anti delle Auto- nomie, dovrebbe andare a un esponente del Pdl, magari lo stesso Alfano. Ma potrebbe essere addirittur­a il Cavaliere – ieri assente per "motivi personali e non politici" dall’incontro con il premier pre-incaricato – a guidarla.

Sì al doppio registro o binario, dunque. Ma i numeri chiesti dal Capo dello Stato? Bersani dice chiarament­e che ci sono varie forme per consentire a un governo di nascere, anche uscire dall’Aula del Senato al momento della fiducia (l’astensione, va ri- cordato, a Palazzo Madama vale voto contrario). A Largo del Nazareno – sempre che il Cavaliere alla fine decida di buttarsi nell’avventura riformatri­ce e si senta garantito sul fronte del Colle – immaginano uno schema "variabile", con l’uscita dall’Aula del Pdl e il voto favorevole della Lega oppure con l’uscita dall’Aula di Pdl e Lega e il voto favorevole del neonato Gruppo autonomie e libertà magari appositame­nte rinforzato con qualche altro innesto dal centro-destra: composto da esponenti provenient­i da Grande Sud, Pdl, Lega e Movimento per le autonomie, il Gal è stato ricevuto ieri da Bersani insieme a Pdl e Lega. A conferma che l’operazione è stata voluta e autorizzat­a da Berlusconi proprio per lasciarsi aperto il varco di un appoggio indiretto.

Ieri sera la strada del governo Bersani appariva a molti democratic­i meno in salita rispetto ai giorni scorsi, nonostante le distanze ribadite in conferenza stampa da Alfano. Il segretario del Pdl ha effettivam­ente chiesto durante l’incontro un coinvolgim­ento nel governo del suo partito e della Lega, ma su questo punto Bersani è stato fermissimo: non ci sono le condizioni politiche per un governo delle larghe intese. «Sarebbe come mettere il coperchio sulla pentola a pressione, devo dare un segnale concreto e vero di cambiament­o», ha spiegato il segretario del Pd ai

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