Il Sole 24 Ore

Per Berlusconi l’unica trattativa è sul Colle

Dopo il colloquio di Alfano e Maroni con il segretario democratic­o qualcosa si muove

- Barbara Fiammeri

Qualcosa si muove. Nonostante le dichiarazi­oni pubbliche rimarchino la distanza, il colloquio ieri tra Angelino Alfano, Roberto Maroni e Pier Luigi Bersani non è stato un muro contro muro. Silvio Berlusconi è rimasto a casa, ad Arcore, perchè aveva impegni familiari e anche per non caricare troppo l’incontro svoltosi a Montecitor­io.

Con i suoi però il Cavaliere è stato pressocchè in contatto continuo, prima e dopo la riunione con il leader del Pd. E a Bersani, Alfano ha ripetuto quel che Berlusconi ha già detto in pubblico e in privato: vogliamo assu- merci responsabi­lità di governo e – soprattutt­o – vogliamo avere voce sul futuro Capo dello Stato. Ed è proprio sulla scelta del successore di Giorgio Napolitano, che dipende in gran parte la possibilit­à di Bersani di farcela o meno. Qualche nome circola già (l’ex ministro Antonio Martino). Berlusconi vuole al Colle un esponente del centrodest­ra. Lo ha detto anche pubblicame­nte. È questa l’unica vera partita che gli interessa. Non lo preoccupa la merce di scambio, ovvero l’eventuale monocolore Pd. Anche perchè si tratterebb­e di un governo fragilissi­mo, la cui sopravvive­nza dipendereb­be comunque dai suoi avversari e per di più chiamato a fronteggia­re una situazione economica difficilis­sima anche per esecutivi con spalle assai più larghe.

Una cosa è certa – ripetono sia nel Pdl che nella Lega – non c’è alcuna ipotesi che la coalizione di centrodest­ra vada in ordine sparso. O meglio: a meno che non sia frutto di un accordo, nel qual caso le posizioni in parlamento potrebbero anche essere eterogenee. Berlusconi vuole un’intesa alla luce del sole. E in questo senso il garante sarebbe lo stesso Napolitano, che attende ora dal premier incaricato risposte puntuali sulla possibilit­à di far nascere il governo. Addirittur­a si ipotizza che Napolitano potrebbe favorire l’intesa accelerand­o l’avvicendam­ento al Colle.

«Ma niente giochini», ripetono nel Pdl. Questo non significa che non possano essere adottate strategie parlamenta­ri per consentire la nascita del governo come, ad esempio, uscite strategich­e dall’aula o un rafforzame­nto del gruppo autonomi- sta (Gal) a cui partecipan­o sia esponenti di Grande Sud (la formazione di Gianfranco Miccichè) che del Pdl e della Lega.

Segnali di schiarita ne sono già arrivati. La decisione ieri alla Camera di dare al leghista Giancarlo Giorgetti, la guida della commission­e speciale per il Def e la restituzio­ne dei crediti alle imprese, non può essere casuale. A dare il via libera è stato infatti il Pd che ha scelto di mantenere solo una delle due vicepresid­enze (l’altra è andata ai grillini). Ma questi sono dettagli, segnali, appunto, ma nulla di più.

Berlusconi vuole garanzie chiare altrimenti, ripete, «me- glio andare al voto subito». Anche perchè i sondaggi lo danno in crescita. E che il Cavaliere tenga aperte entrambe le opzioni – governo e elezioni anticipate – lo conferma anche il prossimo appuntamen­to per la manifestaz­ione che si terrà a Bari il 13 aprile. L’ex premier sente il vento in poppa, è convinto di poter recuperare parte dei delusi del Pdl e soprattutt­o quell’elettorato che si era illuso di aver trovato in Mario Monti un leader alternativ­o. Il risultato elettorale del Professore e la gestione disastrosa del caso dei due marò hanno spianato la strada al recupero di una parte significat­iva di quel 10% ottenuto da Scelta civica. E poi non va dimenticat­o che in campagna elettorale si può presentare il legittimo impediment­o.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy