Il Sole 24 Ore

Il Governo assicura: sblocco compatibil­e con i vincoli Ue

Oggi nuovo confronto in Consiglio dei ministri

- Eu. B.

Il piano italiano per lo sblocco di 40 miliardi di euro in due anni di pagamenti alle imprese rispetta i paletti Ue. Almeno secondo il Governo che l’ha ribadito nella relazione sui saldi di finanza pubblica, approvata dal Consiglio dei ministri di giovedì scorso e su cui le super-commission­i appena costituite alla Camera e al Senato cominceran­no a lavorare da oggi. Fermo restando che per avviare lo smaltiment­o dei debiti pregressi della Pa servirà un decreto legge. Decisiva potrebbe essere la giornata di oggi. Da un lato, con un nuovo confronto politico in Cdm; dall’altro, con una serie di incontri tra i tecnici del Tesoro e quelli di Regioni ed enti locali sull’allentamen­to del Patto di stabilità.

Sui pagamenti arretrati delle pubbliche amministra­zioni il Governo dunque è intenziona­to ad andare avanti. Nella consapevol­ezza che i paletti posti da Bruxelles saranno rispettati anche perché – fanno notare dall’Economia - la flessibili­tà dello 0,5% sull’indebitame­nto è stata concessa limitatame­nte ai debiti pregressi. Sui quali è tornato ieri anche il vicepresid­ente dell’Ue, Antonio Tajani. Prima per dire che «può essere tranquilla­mente pagato» l’80% dello stock pregresso (e cioè 56 miliardi su 71); poi per precisare che «si può pagare ma non arrivare al muro del 3%», indicando un margine di manovra per saldare i debiti anche «nel 2014 e all’inizio del 2015».

Quei paletti saranno rispettati. L’Esecutivo l’ha messo nero su bianco nella relazione inviata in Parlamento: «Tale intervento è compatibil­e con gli equilibri complessiv­i di bilancio determinat­i a livello europeo». Sottolinea­ndo al contempo che «una più veloce e sicura ripresa della crescita economica favorirà la soste- nibilità della finanza pubblica italiana». Ma, sempre per il Governo, non mancherann­o i benefici per l’economia reale. La previsione è che la liquidità rimessa in circolo allenti le tensioni sul credito, impedisca la chiusura di aziende e crei occupazion­e.

Degli strumenti con cui attuare tutti questi buoni propositi è probabile che si torni a parlare oggi in Cdm. In primis del Dl che servirà ad allentare il Patto di stabilità. Ma è soprattutt­o sul fronte tecnico che il provvedime­nto dovrebbe fare dei passi avanti. Dopo l’incontro di ieri sera con le associazio­ni di categoria gli esperti di via XX Settembre vedranno (separatame­nte) quelli di Regioni ed enti locali. E domani toccherà al ministro Vittorio Grilli riferire alla commission­e speciale della Camera.

Intanto il segretario generale facente funzioni dell’Anci, Veronica Nicotra, ribadisce al Sole 24 Ore che lo sblocco delle risorse già in cassa da solo rischia di non bastare poiché «gli obiettivi di Patto sono molto gravosi e hanno determinat­o e determinan­o un avanzo cospicuo del comparto». A suo giudizio serve «una regola nuova che adegui i vincoli interni sui Comuni: pareggio di bilancio sulla spesa corrente e limiti all’indebitame­nto sulla spesa in conto capitale». E al tempo stesso va fermata l’estensione nel 2013 ai piccoli municipi «delle stesse regole di Patto che gli altri Comuni vogliono modificare».

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