Meredith, processo da rifare
La decisione della Cassazione - La studentessa americana: voglio un’inchiesta obiettiva Annullate le assoluzioni per Knox e Sollecito - Nuovo giudizio a Firenze
Assoluzioni annullate e processo da rifare. Amanda Knox e Raffaele Sollecito saranno nuovamente giudicati per l’assassinio della giovane britannica, Meredith Kercher, avvenuto il 2 novembre 2007 a Perugia. Così ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, che ha revocato la sentenza del secondo grado del capoluogo umbro, con cui il 3 ottobre 2009 i due studenti furono giudicati innocenti dall’accusa di omicidio volontario e violenza sessuale.
Le toghe della Suprema corte, dunque, pongono un punto fondamentale: il delitto avvenuto nell’appartamento di via della Pergola potrebbe non essere stato compiuto solo dall’ivoriano Rudy Herman Guede, l’unico che ha incassato in abbreviato una condanna passata in giudicato a 16 anni di carcere. La «verità», invocata dalla sorella di Meredith, Stephanie Kercher, presto sarà nuovamente dibattuta in aula. Tuttavia, il processo di secondo grado non si svolgerà più dinanzi alla Corte d’assise d’appello di Perugia, perché esistendo una sola sezione, gli imputati sarebbero nuovamente giudicati dallo stesso collegio. Per questo la Cassazione ha disposto il rinvio al secondo grado del Tribunale di Firenze.
Secondo la ricostruzione, il 2 novembre 2007 fu trovato il cadavere di Meredith. Per l’omicidio furono arrestati Amanda, Raffaele, Guede e Patrick Lumumba, congolese accusato dalla donna e poi prosciolto perché innocente. La Knox, di nazionalità Usa, è stata, infatti, condannata anche per calunnia (tre anni, già scontati). Per gli investigatori, i due uomini avrebbero tenuto ferma Meredith, mentre la studentessa le avrebbe sferrato la coltellata mortale. Il 5 dicembre 2009 la sentenza di primo grado: 26 anni per Amanda e 25 per Raffaele. A ottobre 2011, invece, l’assoluzione della Corte d’assise d’appello, ieri annullata dalle toghe del Palazzaccio. Al momento, però, non si conoscono i motivi che hanno portato il giudice di legittimità a disporre un nuovo processo (si dovranno attendere 90 giorni per il deposito delle motivazioni). Tuttavia, già dal ricorso contro la sentenza del secondo grado, a firma del procuratore generale di Perugia, Giovanni Galati, e del sostituto Giancarlo Costagliola, è possibile ricavare quantomeno i punti sui quali la Cassazione è stata chiamata a decidere. Si va dal vizio delle motivazioni, alla violazione delle regole sul giusto valore probatorio da dare alle sentenze irrevocabili usate nel processo (quella di Guede, già condannato), fino al «travisamento della prova».
Sia per il pg umbro sia per il pg della Corte di Cassazione, Luigi Riello – il quale ha materialmente dibattuto in terzo grado –, nella sentenza della Corte d’assise d’appello «sono stati valorizzati» esclusivamente «gli argomenti dei consulenti della difesa o le ipotesi ricostruttive maggiormente giovevoli alle tesi difensive». Ci sarebbe stato un «pregiudizio» sulle prove dell’accusa, che in primo grado comunque avevano portato alla condanna per la Knox e Sollecito. Per i procuratori generali, ci sarebbe stato «un errore di valutazione» della Corte d’assise d’appello, secondo cui «nulla era certo salvo la morte di Meredith». Un’affermazione giudicata «sconcertante» e «giustificata con l’assunto che nulla sarebbe potuto considerarsi certo, il che vale a rafforzare l’idea del pregiudizio».
Per la famiglia della giovane vittima, «dobbiamo ancora affrontare un lungo viaggio ma è il solo che può consentire alla nostra bellissima Meredith di riposare in pace». Pronta al nuovo processo, invece, l’avvocato di Sollecito (ieri ha compiuto 29 anni), Giulia Bongiorno: «L’annullamento non è una condanna. Continueremo a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti». Dura e polemica, infine, la reazione della Knox: «Credo che tutte le questioni relative alla mia innocenza debbano essere esaminate in un’inchiesta obiettiva e da procuratori competenti».