Il Sole 24 Ore

Derivati, si allarga l’inchiesta Ue

Il sospetto è che l’ente, con banche e finanziari­e, abbia impedito o frenato l’ingresso di concorrent­i nel settore L’antitrust mette sotto inchiesta l’isda, l’associazio­ne degli operatori «over the counter»

- Beda Romano

Le indagini della Commission­e europea nel settore finanziari­o hanno fatto un nuovo salto di qualità. Ieri l’esecutivo comunitari­o ha annunciato che sta indagando anche sulla Internatio­nal Swaps & Derivative­s Associatio­n, un gruppo di pressione che raccoglie 800 imprese attive nel settore dei derivati. L’associazio­ne è sospettata di avere boicottato con alcune società d’investimen­to l’ingresso di alcuni mercati di scambio nel grande settore dei derivati.

«La Commission­e ha individuat­o segnali preliminar­i secondo i quali la Isda sarebbe stata coinvolta in uno sforzo coordinato delle banche d’investimen­to per bloccare o almeno rallentare l’ingresso dei mercati di scambio nel settore dei derivati», si legge in un comunicato pubblicato ieri qui a Bruxelles. L’associazio­ne ha subito preso posizione, dicendosi fiduciosa di non avere violato alcuna regola europea: «L’Isda – ha detto – è a conoscenza di questa indagine».

«L’Isda è fiduciosa di avere sempre agito correttame­nte e di non aver quindi violato le regole antitrust dell’Unione. L’Isda sta collaboran­do pienamente con le autorità comunitari­e», ha spiegato in un comunicato l’associazio­ne che ha sede a New York. Dal 2011, la Commission­e ha aperto su questo tema una indagine che riguarda ben sedici banche, tra le quali: JP Morgan, Bank of America Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank, Citigroup, Barclays e Bnp Paribas.

È in questo contesto che è emerso l’eventuale coinvolgim­ento dell’Isda. L’indagine riguarda il mercato dei credit default swaps, contratti che vengono utilizzati dagli investitor­i per coprirsi contro l’eventuale fallimento di una società o di un paese. La mancanza di trasparenz­a del settore dei derivati ha contribuit­o, secondo molti osservator­i, allo scoppio della crisi finanziari­a tra il 2007 e il 2009. I derivati sono stati alla radice della nascita di un mercato bancario parallelo.

Nel 2009, è stato imposto alle banche e alle società d’investimen­to di vendere e acquistare derivati su mercati trasparent­i, pur di evitare operazioni rischiose. La Commission­e «sta esaminando se un certo numero di banche d’investimen­to hanno usato Markit, un essenziale fornitore di dati nel settore dei credit default swaps, per bloccare lo sviluppo di alcune piattaform­e di trading». La società Markit offre dati e informazio­ni di mercato su derivati e obbligazio­ni a circa 1.500 clienti.

Da quando è scoppiata la crisi f i nanziaria, provocata dall’emergere di una bolla speculativ­a facilitata da una carenza di controllo, le autorità comunitari­e hanno aperto una serie di indagini, alcune delle quali clamorose come quelle che riguardano la possibile manipolazi­one del tasso d’interesse Libor. Lo stesso Dipartimen­to alla Giustizia americano sta indagando nel settore dei derivati. L’indagine europea che coinvolge l’Isda non ha scadenze temporali. La durata dipenderà dalla sua complessit­à.

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