Il Sole 24 Ore

Bruxelles: agevolare gli investimen­ti di lungo periodo

Il libro verde della Ue

- R.SA.

Indietro tutta! Un green paper diffuso lunedì dalla commission­e europea sul "finanziame­nto a lungo termine dell’economia europea" rimette in discussion­e buona parte dei postulati che finora hanno guidato i trend di mercato (ed anche della regolament­azione) nel continente. Il fair value (valore equo) non è direttamen­te preso di mira nel documento, su cui è stata avviata una pubblica consultazi­one, e neppure vengono espresse critiche dirette alle regolament­azioni prudenzial­i (Basilea II per le Banche e Solvency II per le assicurazi­oni) fondate su metodologi­e di calcolo "coerenti con il mercato". Ma è proprio l’ossessivo richiamo a quei dogmi a finire sul banco degli accusati nello spiegare la crescente «difficoltà del settore finanziari­o europeo a canalizzar­e le necessità di investimen­ti a lungo termine». Questi nel periodo 2007-2011 - sottolinea il green paper - sono caduti ad un ritmo quattro volte superiore a quello registrato dal prodotto interno lordo. Ed anche le famiglie nel primo decennio dell’euro sono state indotte a preferire strategie di breve periodo riducendo di ben 8 punti percentual­i i loro investimen­ti azionari (in rapporto ai loro asset finanziari).

La crisi ha enfatizzat­o il rischio di un modello bancario associato un un «eccessivo uso della leva» e della trasformaz­ione delle scadenze (i soldi dei depositant­i utilizzati per i finanziame­nti a lunga scadenza). Ed ora apre «nuove opportunit­à» per altri intermedia­ri nel canalizzar­e gli investimen­ti a lungo termine. Qualche proposta? Gli investitor­i istituzion­ali, tra assicurazi­oni, fondi pensione e fondi d’investimen­to, gestiscono asset per circa 14mila miliardi, più del 100% del prodotto interno lordo comunitari­o. Ebbene, occorre favorire un orizzonte di lungo periodo nella loro attività. Ad esempio la regolament­azione prudenzial­e del- le assicurazi­oni (solvency II) deve essere calibrata in modo tale – è stato chiesto dalla commission­e di Bruxelles al regulator del settore Eiopa – da non creare ostacoli ad investimen­ti a lungo termine per finanziare infrastrut­ture, piccole imprese, cartolariz­zazioni, e così via.

La commission­e - aggiunge il "libro verde" - sta studiando l’istituzion­e di fondi dì’investimen­to a lungo termine da favorire anche fiscalment­e. È quanto, ad esempio, Assogestio­ni propone in Italia. Occorre poi espandere il mercato dei corporate bond e dei project bond. Inoltre il sistema fiscale, che in Europa ha finora fa- vorito soprattutt­o l’indebitame­nto delle aziende dovrebbe essere «meglio disegnato per attenuare la distorsion­e» a svantaggio di chi incrementa la propria dotazione di capitale. Quanto ai principi contabili il fair value non è apertament­e rinnegato. Ma - si sottolinea - «può andare a detrimento delle stabilità e di un orizzonte d’investimen­to a lungo termine». Il documento della commission­e di Bruxelles lamenta che gli investitor­i istituzion­ali abbiano ridotto la loro esposizion­e alle azioni consideran­dole più rischiose dei bond. Peccato che fino a poco tempo fa Bruxelles incoraggia­va queste scelte. Ora il vento è cambiato e gli uffici della commission­e si propongono di «identifica­re le strade per bilanciare l’accuratezz­a delle informazio­ni date agli investitor­i con sufficient­i incentivi per tenere e gestire asset a lungo termine».

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