Marcucci: ora basta con i costi minimi per l’autotrasporto
Nereo Paolo Marcucci è il nuovo presidente di Confetra, la confederazione della logistica e del trasporto, che negli ultimi mesi si è distinta soprattutto per la battaglia contro i «costi minimi» obbligatori per l’autotrasporto. Marcucci continuerà sulla stessa linea dopo l’ordinanaza del Tar Lazio che rinvia il provvedimento alla Corte di giustizia Ue ma nelle motivazioni già evidenzia una «compressione indubitabile della libertà negoziale» in contrasto con i principi comunitari.
«Questa ordinanza dà già alle nostre aziende - dice Marcucci - un’addizione di argomenti alle nostre aziende per farsi valere in giudizio. Al tempo stesso è uno straordinario assist al nuovo governo per superare quell’atteggiamento di chi al mattino parla di concorrenza e mercato e poi vara al pomeriggio provvedimenti illiberali e anticoncorrenziali». Un rimprovero che deve valere almeno per gli ultimi due Governi, quello Berlusconi che ha varato la normativa sui «costi minimi» e quello Monti che ha preferito attendere le pronunce della giurisprudenza senza assumere decisioni dirette e cambiare rotta. «Anche il Tar Lazio considera che è illegittimo imporre limitazioni alla libertà negoziale introducendo surretiziamente il tema della sicurezza stradale»
Le imprese - al fianco di Confetra c’è da sempre schierata anche Confindustria in un’alleanza ribadita al recente convegno sul tema - attendono quindi che il nuovo governo «riconsideri al più presto la linea sui costi minimi nel nome della responsabilità» prima ancora che a decidere sia la corte di giustizia Ue.
Non ci sono, però, solo i «costi minimi». «Abbiamo un approccio olistico e integrato ai problemi del trasporto - dice Marcucci - e pensiamo che l’azione delle nostre imprese sia quella dei facilitatori di export, fondamentale nel sostenere quel che resta del siste- nanni, il presidente del Cnr Gino Nicolais e dell’Ice, Riccardo Monti – saranno definitivamente sbloccati i fondi per le aree di crisi della Campania». Per il ministro Passera Adler è un modello da replicare poiché il nuovo impianto è frutto di un’intensa collaborazione tra impresa, istituzioni e sindacati. E Caldoro: «Basta con chi veniva, prendeva risorse e faceva morire le imprese – ha detto – È compito delle istituzioni oggi trovare e incoraggiare le imprese sane. È questo l’esempio di un Sud che cresce». Si spera di poter attrarre infatti imprese per convertire gli altri capannoni, per altrettanti 30mila mteri quadrati e assorbire circa 200 lavoratori espulsi dal polo tessile dismesso.
Adler Plastic oggi è un grup- ma produttivo». Marcucci lamenta di non essere stato convocato da Pier Luigi Bersani nelle sue consultazioni - «una clamorosa sottovalutazione del ruolo diacceleratore e di freno che questo settore può svolgere nella ripresa e nella creazione di occupazione» - ed esaspera, ora più che mai, alcuni tradizionali cavalli di battaglia dell’organizzazione: la semplificazione, al sburocra- tizzazione, l’arretramento dello Stato «con aperture di mercato vere nelle ferrovie, nei porti e negli interporti».
Marucci contesta anche i provvedimenti recenti del ministro Passera su porti e aeroporti. «Guardiamo al core network europeo come unico punto di riferimento di una politica delle infrastrutture e dei servizi di trasporto e pensiamo sia ora di smetterla con la promessa di nuove infratsrutture che sono fuori di questo orizzonte europeo, incapaci di produrre una pianificazione adeguata e attendibili anche in termini di risorse disponibili».