L’allarme delle Pmi: serve un sostegno
Piccola industria riunita a Venezia in vista del convegno di Torino in programma ad aprile
«Questa è la patria delle piccole imprese». Vincenzo Boccia, presidente della Piccola industria di Confindustria, parla a Venezia, davanti agli imprenditori arrivati da tutte le province venete, ma anche da Trento e Bolzano.
È la terza tappa del road show in preparazione del con- vegno di Torino, in programma il 12 e 13 aprile, e non è detto che per allora ci sarà un governo ad ascoltare le istanze che vengono dall’economia reale. «Siamo in un momento di perdita di lucidità di questo Paese, che non sembra avere chia- re le priorità», spiega.
Eppure l’agenda delle urgenze è chiara: «Servono credito e banche che credano nelle nostre aziende e nei progetti internazionalizzazione», dice Mirco Viotto, presidente Piccola industria di Venezia. «Il costo più grande, e incalcolabile, è quello del non fare – sottolinea Alberto Baban, presidente Piccola industria del Veneto – Non abbiamo nemmeno una classe politica dirigente alla quale rivolgerci, ma occorre combattere la logica disfattista che sta mon- tando. Le imprese sono il vero termometro dello stato di salute dell’economia, il consumo è solo la parte finale di questo meccanismo».
Ritardi di pagamento, formazione carente, sostegno all’ i nternazionalizzazione per le realtà meno strutturate sono i temi sul tappeto, e ancora soluzioni alla scarsa capitalizzazione di molte imprese e la necessità di spingere su una contrattazione di secondo livello di cui il NordEst si dimostra ogni giorno un laboratorio all’avanguardia. Riparten- do anche dal dialogo con il sindacato: «Il vuoto politico è devastante – afferma Stefano Dolcetta, vicentino, vicepresidente nazionale con delega alle relazioni industriali – ma il dialogo con le rappresentanze dei lavoratori va portato avanti, identificando obiettivi comuni e semplificando le relazioni, riportando al centro la competitività di cui il lavoro non è l’unico elemento, ma è certamente cruciale».
In questo contesto il manifesto predisposto da Confindustria per la crescita «rimet- te al centro un messaggio di fiducia, di cui c’è grande bisogno – dice Andrea Bolla, presidente di Confindustria Verona con delega nazionale al fisco – Quando il declino sembrava l’unica direzione, abbiamo mostrato che alternative di crescita esistono e sono possibili. Nella campagna elettorale sono entrati temi quali il pagamento dei debiti pregressi e la riduzione dell’Irap, ora il discorso dovrà ripartire con chi governerà».
Perché «non ci sono secondi tempi – riprende Boccia – Occorre fare presto per impedire non sono che gli stranieri smettano di investire in Italia, ma che siano gli investitori italiani ad arrendersi. Fare impresa non è solo contribuire alla ricchezza di un Paese, ma alla sua stessa dignità». E mentre Roberto Brugnaro, presidente di Confindustria Venezia, invita a una grande mobilitazione nelle giornate torinesi, il presidente veneto Roberto Zuccato trae le conclusioni: «Questo territorio sta soffrendo anche più di altri: dobbiamo prendere atto che un’epoca è finita, ma è da almeno 10 anni che non siamo competitivi nel confronto con il resto del mondo. Deve nascere una grande stagione di politica industriale, per contrastare quella cultura del no che blocca ogni progetto, ogni investimento. Basti ricordare che ogni euro investito nel manifatturiero ne vale altrettanti negli altri settori: solo da qui possiamo ripartire».