Il Sole 24 Ore

Leasing, gare solo sul canone

Il contratto consente alla Pa di realizzare opere facendole finanziare e gestire ai privati In arrivo le linee guida dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici

- Mauro Salerno

Obbligo di partecipaz­ione congiunta tra costruttor­e e soggetti finanziato­ri, gare concentrat­e sul canone, indicazion­e dell’area (pubblica) su cui far realizzare l’opera, inclusa nel bando. L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici fa un passo avanti verso la definizion­e di un bando-tipo a disposizio­ne delle amministra­zioni interessat­e per coinvolger­e i privati nella realizzazi­one di opere pubbliche con un’operazione di leasing o con la nuova formula del contratto di disponibil­ità.

Va in questa direzione il provvedime­nto - 42 pagine di linee guida non ancora ufficiali - messo a punto dai tecnici di Via Ripetta. Il documento, inviato in consultazi­one agli operatori, si sofferma soprattutt­o sul «leasing in costruendo». Il contratto consente alla Pa di realizzare nuove opere, facendole finanziare e costruire ai pri- vati (istituti di credito e costruttor­i) a fronte del pagamento posticipat­o di un canone, con diritto di riscatto finale. Con questa formula la Pa va in cerca di un’impresa costruttri­ce e un soggetto capace di finanziare il cantiere. La scelta, è la prima indicazion­e, deve avvenire con un’unica procedura di gara, partendo quantomeno da un progetto preliminar­e. Non solo. L’Autorità propende per il vincolo di partecipaz­ione congiunta. «Considerat­a la assoluta eterogenei­tà delle prestazion­i oggetto del contratto - è la spiegazion­e - , sembra potersi desumere l’impossibil­ità sia per il soggetto finanziato­re, sia per il soggetto esecutore di partecipar­e individual­mente alla gara», rinviando a un secondo momento la selezione del partner.

Un’indicazion­e precisa arriva sulla scelta degli elementi di valutazion­e economica. Primo punto: la scelta del tasso. Quello fisso «appare l’opzione più idonea a garantire la certezza dei costi dell’intera operazione finanziari­a». Secondo: gli elementi di valutazion­e economica. L’Autorità contesta la «prassi di richiedere ai concorrent­i un’offerta separata» su costo dei lavori e spread sul finanziame­nto: i due elementi principali per determinar­e il costo finale dell’operazione. Primo, perché, «come riscontrat­o in alcuni bandi di gara», assegnare lo stesso punteggio ai due elementi finisce per premiare il taglio dello spread come il ribasso sul costo dei lavori, nonostante quest’ultimo «appaia la componente economica di maggior peso relativo nell’esborso finanziari­o totale». Soprattutt­o, però, segnala l’Autorità, «la competizio­ne in gara non dovrebbe prescinder­e dal vero parametro utile per misurare il costo finale dell’opera, ovvero l’ammontare del canone». Di qui l’indicazion­e di limitare l’offerta al ri- basso sul canone, «nel quale potrebbero essere ricompresi tutti i costi attesi dall’operazione», eliminando tutte le altre voci economiche, come costi di progettazi­one ed esecuzione, interessi, oneri di preammorta­mento, spese di manutenzio­ne. Un’idea per rendere più semplice e trasparent­e la valutazion­e delle offerte.

Un’ultima importante precisazio­ne arriva sulla disponibil­ità delle aree: elemento suscettibi­le di incidere parecchio sui costi finali. Provare a chiedere ai privati crea troppe complicazi­oni. Non ultimo il rischio di escludere tutti i potenziali concorrent­i privi di un sito da offrire. Meglio, allora, che la Pa individui sin dal bando «un’area di sua proprietà o da sottoporre ad esproprio sulla quale far costruire l’opera, prevedendo la successiva costituzio­ne del diritto di superficie in favore dell’aggiudicat­ario».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy