«Priorità a metrò e manutenzioni»
Cascetta: rivedere il piano
Bloccare i progetti delle grandi opere inutili, concentrando i pochi finanziamenti pubblici disponibili sui trasporti urbani e sulla manutenzione di strade e ferrovie. Con un doppio risultato: un impiego più efficiente di risorse ma anche una maggiore velocità effettiva di spesa in infrastrutture.
La riflessione arriva da Ennio Cascetta, uno dei maggiori esperti in Italia in materia di infrastrutture di trasporto (l’intervista integrale sul sito www. ediliziaeterritorio.ilsole24ore. com). Una riflessione in materia di infrastrutture è d’altra parte imposta dai fatti. La carenza di risorse pubbliche è una realtà da anni, ma in più la crisi economico-finanziaria ha chiuso quasi completamente i rubinetti delle banche verso il project financing. Infine i dati sconfortanti sulla lentezza nel far partire le infrastrutture finanziate: un recente studio Ance ha mostrato che su 47 miliardi di euro programmati dal Cipe e con i programmi Fesr, nel 2009-2012, per infrastrutture, solo per 17 miliardi di euro le risorse sono state impegnate o contrattualizzate, mentre i restanti 30 miliardi sono ancora bloccati.
«Il metodo della legge obiettivo – sostiene Cascetta – è stato fallimentare. Tantissimi progetti, spesso di modesta qualità e troppo costosi, pochissime realizzazioni. In termini di spesa effettiva, infatti, l’Italia negli ultimi anni ha investito in infrastrutture (rispetto al Pil) meno di altri Paesi europei. Affastellare tanti progetti non fa spendere di più, ma di meno. Serve una difficilissima operazione verità, una radicale project review». Niente più scelte ideologiche o «di campanile»: le priorità vanno scelte sulla base di studi tecnico-finanziari, che invece in questi anni non si sono quasi mai fatti, con analisi comparative sugli obiettivi trasportistici.
«I progetti – prosegue Cascetta – devono comunque essere più snelli, meno pesanti sui conti e sui territori. L’alta velocità Torino-Milano-Napoli ci è costata (al netto dell’orografia) il doppio della media europea: avremmo potuto risparmiare a occhio e croce 10 miliardi. Oggi sui valichi alpini abbiamo tre progetti: la Torino-Lione, il Brennero e l’asse con la Svizzera. Tutti e tre insieme non hanno senso! E l’operazione meno costosa sarebbe realizzare le connessioni con Gottardo e Sempione, visto che i tunnel di valico li stanno già realizzando gli svizzeri».
Altri esempi: «La Napoli-Bari è necessaria, ma il progetto attuale costa troppo, va rivisto». Autostrade? «Abbiamo decine di project financing in pista, per 35 miliardi di euro, ma il traffico è calato del 9% in due anni. Ormai quasi tutti i piani finanziari non stanno più in piedi». Dove dunque accelerare la spesa per infrastrutture? «Due le priorità – risponde Cascetta – Da una parte metropolitane e ferrovie urbane, dove l’Italia ha dotazioni largamente inferiori alla media europea; dall’altra manutenzioni e ammodernamenti delle reti ferroviaria e stradale».