Il Sole 24 Ore

«Priorità a metrò e manutenzio­ni»

Cascetta: rivedere il piano

- Alessandro Arona

Bloccare i progetti delle grandi opere inutili, concentran­do i pochi finanziame­nti pubblici disponibil­i sui trasporti urbani e sulla manutenzio­ne di strade e ferrovie. Con un doppio risultato: un impiego più efficiente di risorse ma anche una maggiore velocità effettiva di spesa in infrastrut­ture.

La riflession­e arriva da Ennio Cascetta, uno dei maggiori esperti in Italia in materia di infrastrut­ture di trasporto (l’intervista integrale sul sito www. ediliziaet­erritorio.ilsole24or­e. com). Una riflession­e in materia di infrastrut­ture è d’altra parte imposta dai fatti. La carenza di risorse pubbliche è una realtà da anni, ma in più la crisi economico-finanziari­a ha chiuso quasi completame­nte i rubinetti delle banche verso il project financing. Infine i dati sconfortan­ti sulla lentezza nel far partire le infrastrut­ture finanziate: un recente studio Ance ha mostrato che su 47 miliardi di euro programmat­i dal Cipe e con i programmi Fesr, nel 2009-2012, per infrastrut­ture, solo per 17 miliardi di euro le risorse sono state impegnate o contrattua­lizzate, mentre i restanti 30 miliardi sono ancora bloccati.

«Il metodo della legge obiettivo – sostiene Cascetta – è stato fallimenta­re. Tantissimi progetti, spesso di modesta qualità e troppo costosi, pochissime realizzazi­oni. In termini di spesa effettiva, infatti, l’Italia negli ultimi anni ha investito in infrastrut­ture (rispetto al Pil) meno di altri Paesi europei. Affastella­re tanti progetti non fa spendere di più, ma di meno. Serve una difficilis­sima operazione verità, una radicale project review». Niente più scelte ideologich­e o «di campanile»: le priorità vanno scelte sulla base di studi tecnico-finanziari, che invece in questi anni non si sono quasi mai fatti, con analisi comparativ­e sugli obiettivi trasportis­tici.

«I progetti – prosegue Cascetta – devono comunque essere più snelli, meno pesanti sui conti e sui territori. L’alta velocità Torino-Milano-Napoli ci è costata (al netto dell’orografia) il doppio della media europea: avremmo potuto risparmiar­e a occhio e croce 10 miliardi. Oggi sui valichi alpini abbiamo tre progetti: la Torino-Lione, il Brennero e l’asse con la Svizzera. Tutti e tre insieme non hanno senso! E l’operazione meno costosa sarebbe realizzare le connession­i con Gottardo e Sempione, visto che i tunnel di valico li stanno già realizzand­o gli svizzeri».

Altri esempi: «La Napoli-Bari è necessaria, ma il progetto attuale costa troppo, va rivisto». Autostrade? «Abbiamo decine di project financing in pista, per 35 miliardi di euro, ma il traffico è calato del 9% in due anni. Ormai quasi tutti i piani finanziari non stanno più in piedi». Dove dunque accelerare la spesa per infrastrut­ture? «Due le priorità – risponde Cascetta – Da una parte metropolit­ane e ferrovie urbane, dove l’Italia ha dotazioni largamente inferiori alla media europea; dall’altra manutenzio­ni e ammodernam­enti delle reti ferroviari­a e stradale».

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IMAGOECONO­MICA Esperto. Ennio Cascetta

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