Italia in fuga dal lavoro autonomo
Dal 2007 a giugno 2012 persi 344mila posti, soprattutto tra i giovani
Una vera e propria "fuga dal lavoro indipendente". Che riguarda soprattutto i giovani. Dal 2007 a giugno 2012 i lavoratori autonomi fino a 34 anni diminuiscono di 396mila unità. Segno meno anche nella fascia d’età tra i 34 e i 44 anni; in un quadro che, dal 2007 al secondo trimestre 2012, registra per il lavoro autonomo, tutto, una perdita complessiva di 344mila posti. Gli italiani sono diminuiti di 471mila unità, mentre gli stranieri sono cresciuti di 127mila. I lavoratori in proprio si sono contratti di 265mila unità (-7,3%), gli imprenditori sono in calo del 23% (pari a meno 73mila unità), e in diminuzione sono risultati pure i collaboratori e i coadiuvanti familiari. In controtendenza invece le libere professioni che, dal 2007 a giugno 2012, sono cresciute del 10% circa. Pari a più 117mila unità.
L’impatto della crisi sul mondo del lavoro indipendente, che rappresenta una quota di oltre il 20% dei lavoratori italiani (5,7 milioni, per l’esattezza) e circa il 18% del Pil, è «profondo», evidenzia uno studio dell’Isfol «Lavoratori autonomi: identità e percorsi formativi», presentato ieri a Roma.
Un quadro difficile, con l’87% di un campione di 15mila tra imprenditori, lavoratori in proprio, professionisti regolamentati e non, che dichiarano candidamente come negli ultimi tre anni le condizioni del mercato in cui operano «sono peggiorate». A livello territoriale la maggiore contrazione a livello occupazionale si è av- vertita al Nord-Est (con un calo di più di 10 punti percentuali). Mentre al Sud la diminuzione è più contenuta (siamo ai livelli del Centro). Ma per i giovani la situazione è nettamente peggiorata. Colpa soprattutto delle ristrette possibilità di accesso al credito, unite alla limitata esperienza e ai minori margini di contrattazione con i fornitori e gli istituti finanziari. Di qui la necessità di «interventi di supporto», sottolinea il ricercatore Isfol, Davide Premutico: «A partire dalla formazione. Che potrebbe essere aiutata con agevolazioni fiscali ad hoc per le spese sostenute, o con voucher da utilizzare per seminari o corsi d’aggiornamento».
Del resto, la crisi si è abbattuta con più forza sul mondo delle imprese e delle micro imprese. E se il lavoro autonomo nei servizi nella sostanza regge (dal 2007 registra solo una lieve flessione, meno 0,3%), nelle costruzioni, nei due trimestri 2012, la contrazione di occupati autonomi è del 5,7%. E anche nel manifatturiero il quadro è negativo: nel primo trimestre 2012 il numero di autonomi cala del 5,5%. Ma tra il 2007 e il 2011 c’era già stata una contrazione del 21 per cento.