FRENO SUI CAPITALI AL DEBUTTO
I limiti imposti a Cipro sui prelievi di contante rappresentano una nuova sfida per l’euro e i risparmiatori
Un salvataggio, quello cipriota, che ha creato due inediti nella storia dell’Eurozona: forti perdite imposte ai depositi di conto corrente bancari superiori a 100mila euro e rigidi limiti ai movimenti di capitale, sia pure definiti temporanei. Due mosse che per l’investitore cipriota (estero o interno che sia) significano perdere parte del capitale e per la restante parte non poterlo utilizzare perché congelato, temporaneamente, nei conti correnti dell’ex "isola del Tesoro".
«Un caso unico», per evitare l’azzardo morale, si sono affannati a dichiarare e ribadire tutti i politici europei, soprattutto dopo i commenti del capo dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, sul caso Cipro come «modello» di futuri salvataggi. Una marcia indietro che però non ha rassicurato i mercati, che hanno visto in quella frase "sfuggita" al ministro olandese un passaggio rivelatore sul fatto che il peso dei futuri salvataggi europei passerà dalle spalle dei contribuenti a quelle dei risparmiatori. E soprattutto i mercati si sono chiesti che fine farà la promessa di usare il famoso bazooka dell’Esm, una volta approntata l’unione e la risoluzione bancaria comune, direttamente per finanziare le banche in difficoltà senza passare dai conti pubblici.
Tutte promesse che si sono infrante sulla risoluzione del caso Cipro, che se resta unico, non dovrebbe far altri danni, se non lasciare qualche timore recondito verso la determinazione di seguire una linea coerente da parte di Bruxelles. Bastava dire che ogni crisi è specifica e va risolta secondo le caratteristiche del caso. L’importante è fare presto, non illudersi che la situazione si risolverà da sola. Meglio non giocare con le aspettative dei mercati. Il Sole 24 ore ha cercato di rispondere alle domande più pressanti sugli ultimi sviluppi del caso Cipro per cercare di fare un po’ di chiarezza.