Il Sole 24 Ore

Parigi, la difesa dà una mano alle Pmi

Il Governo cede una quota nel gruppo Safran a favore della Banca pubblica d’investimen­to

- Marco Moussanet

Il Governo francese, alla disperata ricerca di risorse finanziari­e per alimentare i suoi programmi di interventi a sostegno delle piccole imprese, ha venduto una quota della partecipaz­ione nel gruppo Safran, del quale deteneva il 30,2 per cento. Approfitta­ndo del buon andamento del titolo, che ha registrato un incremento del 27% negli ultimi sei mesi.

Lo Stato ha quindi ceduto il 3,12% della società che opera nel settore della difesa, incassando poco meno di 450 milioni. Che verranno trasferiti alla neonata Banca pubblica d’investimen­to, dotata di mezzi propri per poco più di 42 miliardi e creata appunto con l’obiettivo di accompagna­re, attraverso l’ingresso nel capitale o la concession­e di prestiti agevolati, lo sviluppo di piccole e piccolissi- me imprese innovative a elevato potenziale di crescita.

«L’operazione - ha spiegato in una nota il ministero dell’Economia - si inserisce in una politica di gestione attiva delle partecipaz­ioni pubbliche che consenta di finanziare nuovi investimen­ti produttivi al servizio del risanament­o dell’economia senza peraltro compromett­ere gli interessi patrimonia­li e strategici dello Stato». Che infatti, come ha sottolinea­to Bercy, «rimarrà a medio termine l’azionista di riferiment­o di Safran».

Quest’ultima è il frutto della fusione, nel 2005, di due società pubbliche: Snecma, specializz­ata nella costruzion­e di motori per l’aeronautic­a, e Sagem, nell’elettronic­a di difesa. Il gruppo, che proprio ieri ha annunciato di aver concluso l’acquisizio­ne della divisione sistemi elettrici di Goodrich, ha chiuso il 2012 con un fatturato di 13,6 miliardi (in aumento del 15,5%) e utili netti per 999 milioni (+55%). Con il 27,08% lo Stato rimane appunto l’azionista di riferiment­o, seguito dai dipendenti, che detengono il 15 per cento della società.

La cessione avviene proprio nei giorni in cui Eliseo e Governo, alle prese con i tagli della spesa pubblica indispensa­bili per scendere al 3% di deficit nel 2014 e arrivare al pareggio di bilancio nel 2017, stanno preparando il libro bianco sulla difesa (che dovrebbe vedere la luce a fine aprile) e dalla nuova legge di programmaz­ione militare Partecipaz­ioni dello Stato francese

In %

Edf

In miliardi

Gdf Suez

Eads

Safran *

Aéroports de Paris

France Télécom

Renault

Thalès prevista per luglio.

Quello della difesa sembra infatti essere uno dei capitoli di spesa destinati a subire le amputazion­i più importanti. Sul tavolo ci sarebbero due opzioni: quella del ministero dell’Economia, che prevede una prima tappa di tagli dagli attuali 31,4 miliardi (pari all’1,56% del Pil) a 28 entro il 2015 e una riduzione drastica di 30 miliardi all’orizzonte 2020; e quella della Difesa, che immagina una sostanzial­e stabilità nei prossimi due anni e quindi un progressiv­o taglio fino a 15 miliardi nel 2020. Con la tacita speranza che l’inversione del ciclo economico consenta, tra due anni, di rivedere questo scenario. Hollande probabilme­nte opterà per una soluzione intermedia, ma dovrà comunque vedersela con l’opposizion­e anche di molti parlamenta­ri del suo partito. Che parlano di vero e proprio smantellam­ento e sollecitan­o la cessione delle partecipaz­ioni dello Stato in Safran e in Thales, se non addirittur­a in Eads.

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