Detassazione dei salari in azienda: ancora bloccati gli incentivi
Decreto fermo alla Corte dei conti
«Rispetto al quadro terribile che si sta delineando, è incomprensibile che il decreto sulla produttività, approvato il 22 gennaio scorso, sia ancora fermo alla Corte dei conti». La dichiarazione, rilasciata due giorni fa, è di Luigi Sbarra, segretario confederale Cisl, una delle parti sociali che ha sottoscritto l’intesa del 21 novembre scorso con cui, tra gli altri punti, si chiedeva a Governo e Parlamento di rendere stabile la detassazione del salario di produttività per redditi fino a 40mila euro lordi con l’imposta al 10% in sostituzione dell’Irpef e delle addizionali.
In seguito, la legge di stabilità ha previsto una copertura finanziaria di 950 milioni per il 2013 e 400 milioni per il 2014. Quindi, il 22 gennaio, po- co oltre il termine del 15 gennaio fissato dalla stessa legge di stabilità, è stato firmato il decreto attuativo da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri. L’agevolazione, però, non è ancora operativa, perché per diventare tale deve superare l’esame della Corte dei conti, dove tuttora si trova il provvedimento, e quindi deve essere pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale».
Nella versione 2013, lo sgravio, introdotto nel 2008, prevede l’applicazione di un’impo- sta pari al 10%, sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali, alle retribuzioni di produttività per un massimo di 2.500 euro lordi erogate a lavoratori con un reddito 2012 da lavoro dipendente del settore privato non superiore a 40mila euro.
Per retribuzioni di produttività si intendono quelle legate a indicatori quantitativi di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione individuate in contratti collettivi sottoscritti a livello aziendale o territoriale, oppure connesse all’attivazione di misure nell’ambito degli orari di lavoro, della fruizione delle ferie, dell’introduzione di nuove tecnologie, di fungibilità ossia interscambiabilità delle funzioni.
L’applicazione della norma risulta complessa perché le definizioni contenute nel decreto non sono esenti da dubbi, tanto che da più parti si auspica una circolare di chiarimento. Per altro, alla circolare si sta lavorando e che dovrebbe essere diffusa non appena pubblicato il decreto. Inoltre, è richiesta la sottoscrizione di accordi territoriali o aziendali da depositare presso le direzioni territoriali del Lavoro, intese che nelle realtà più piccole potrebbero non essere facili da conseguire.
A fronte di tale contesto, sarebbe utile accelerare i tempi, come auspicano le aziende. «Stiamo ricevendo molte sollecitazioni dalle imprese – afferma Stefano Di Niola, responsabile relazioni sindacali della Cna – che vogliono sapere se la misura sarà realmente operativa e vogliono capire bene i contorni dell’operazione. Diverse aziende hanno già siglato gli accordi ma non li stanno depositando frenate dal fatto che il decreto non è stato pubblicato».