Il Sole 24 Ore

M5S: sì a Governi senza Bersani, poi la smentita

Nell’incontro con il segretario democratic­o ribadito il no alla fiducia

- Nicola Barone

Sul versante istituzion­ale toni morbidi, come da prassi di un confronto in sede parlamenta­re tanto sensibile. In rete invece riappare la faccia dura di Grillo nello stile più usuale. Con ingiurie scagliate contro tutti e rigetto totale di ogni compromess­o.

Se si guarda alla sostanza, non c’è alcun progresso nella trattativa per consentire un governo guidato da Pier Luigi Bersani con l’appoggio dal M5S. L’incontro di primo mattino, diffuso per espressa volontà dei "grillini" sul web, si risolve in un buco nell’acqua per il lea- der democratic­o. A conclusion­e del colloquio a Montecitor­io i due «portavoce», Vito Crimi e Roberta Lombardi, ribadiscon­o che non daranno la fiducia né hanno intenzione di uscire dall’Aula per favorire il suo tentativo. E ancora che è esclusa l’eventualit­à di un avallo da parte di senatori in dissenso rispetto alle indicazion­i del gruppo. Per sovrammerc­ato Crimi ricorda che la decisione è stata presa «all’unanimità». E dunque non ha senso immaginare un parallelo con l’elezione del presidente del Senato (che fu «a maggioranz­a», tiene a precisare).

Le ragioni del niet a Bersani stanno nella storia italiana recente. «Noi abbiamo una credibilit­à che possiamo spendere»; gli altri partiti, attacca il capogruppo del M5S al Senato, hanno una «non credibilit­à» motivata dalla sequela di «promesse» e niente altro. All’essenza sono gli stessi addebiti che Grillo muove, in contempora­nea, alle forze politiche tradiziona­li. Assai diversa è però la forma adoperata. Dal blog il fondatore del M5S si lancia all’assalto dei «padri puttanieri», gli autori della «più grande rapina ai danni delle giovani generazion­i». Di questi padri («che chiagnono e fottono») l’ex comico fa i nomi: «sono i Bersani, i D’Alema, i Berlusconi, i Cicchitto, i Monti che ci prendono allegramen­te per il culo ogni giorno con i loro appelli quotidiani per la governabil­ità». Coloro che «hanno governato a turno per vent’anni, hanno curato i loro interessi, smembrato il tessuto industrial­e, tagliato lo Stato sociale, distrutto l’innovazion­e e la ricerca». Per Grillo il cam- biamento è alle porte. «I figli di NN», ossia le nuove generazion­i, «vi manderanno a casa, «in un modo o nell’altro, il tempo è dalla loro parte».

Strada sbarrata al dialogo, dunque. Da una frase «estrapolat­a», secondo la successiva precisazio­ne di Crimi, era però parso possibile anche un nuovo scenario. «Se Napolitano fa un altro nome è tutta un’altra storia»: sembrava un’indicazion­e piuttosto esplicita, che Crimi ha in seguito puntualizz­ato spiegando che «si deve intendere nel senso di "tutto un altro percorso istituzion­ale"». Insomma, non c’è una pregiudizi­ale Bersani per i Cinque Stelle e non basta rimuovere il segretario del Pd dalla posizione di presidente del Consiglio incaricato per imprimere una svolta.

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