Il Sole 24 Ore

Per le famiglie rincari e ingorgo fiscale

Scadenze a luglio e dicembre, insieme a Imu e Irpef

- G.TR.

A meno di interventi dell’ultimissim­a ora, la Tares debutterà a luglio, appena dopo gli acconti Imu (che quest’anno non si pagherà con le aliquote standard ma con quelle, in genere più alte, decise dai Comuni), Irpef e Ires e in contempora­nea con l’aumento Iva. Il saldo sarà invece in calendario per fine anno, e anche in quel caso sarà accompagna­to nel giro di pochi giorni dalle scadenze Imu, Irpef e Ires.

In questo ingorgo fiscale, la Tares peserà di più rispetto alla Tarsu o alla Tia pagata nel 2012 per due ragioni. La prima con i rifiuti non c’entra nulla, e deriva dalla maggiorazi­one obbligator­ia da 30 centesimi al metro quadrato che i Comuni dovranno applicare per finanziare i «servizi indivisibi­li», un ventaglio di attività che la norma non specifica ma che vanno dall’illuminazi­one pubblica alla sicurezza passando per la manutenzio­ne delle strade e la cura del verde. I Comuni non potranno decidere sconti su questa maggiorazi­one, che a livello nazionale vale un miliardo di euro secondo i calcoli del Governo, perché la norma (l’articolo 14 del Dl 201/2011) non lo prevede e perché queste risorse sono già state pre-tagliate dall’Erario. I sindaci potranno però decidere di aumentare ulteriorme­nte il carico, facendo passare la richiesta da 30 a 40 centesimi al metro quadrato: una scelta che, alla luce delle condizioni in cui si trova la finanza locale e dei tagli aggiuntivi (2,25 miliardi) già previsti dal decreto di luglio sulla revisione di spesa, potrebbe essere diffusa, e che in chiave nazionale potrebbe portare il conto a 1,33 miliardi.

La seconda ragione è invece collegata all’obbligo di garantire con la Tares la «copertura integrale» dei costi del servizio rifiuti, in base a un parametro che og- gi era vincolante solo per i Comuni della Campania e per quelli (1.300 su 8.094) che adottavano la tariffa (Tia) invece della vecchia tassa (Tarsu). In un Comune come Milano, che nel 2012 registrava una "scopertura" del 5,4%, l’insieme dei due fattori potrebbe portare ad aumenti fra il 9 e il 20,5% (si veda il grafico) a seconda degli utenti. Un bel risultato, nell’ambito di una pressione fiscale che la Corte dei conti giusto ieri ha definito «particolar­mente elevata» riferendos­i al 2011: prima dell’Imu.

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