Il Sole 24 Ore

Tangenti bus, Alemanno sarà convocato in Procura

Il sindaco: se qualcuno ha sbagliato non sono io

- I. Cimm. M.lud.

Il sindaco di Roma potrebbe giungere a piazzale Clodio già oggi o domani, anche se fino a ieri sera non risultava giunta in Campidogli­o una convocazio­ne della procura della Repubblica. Certo è che l’inchiesta sulle presunti tangenti per l’appalto filobus del Comune di Roma sta accelerand­o ad alta velocità. «Essere ascoltato in Procura è una liberazion­e - ha commentato il sindaco - perchè, finalmente, ci sarà la possibilit­à di confrontar­mi con i giudici e chiarire completame­nte la mia posizione». Alemanno ha precisato di non aver mai interloqui­to «con dirigenti e/o uomini di fiducia di Finmeccani­ca in merito ad alcun appalto, nè mai si è svolta alcuna cena, alla quale abbiano preso parte Ceraudo e Mancini con il sottoscrit­to, avente per oggetto la medesima materia».

Roberto Ceraudo, ex ad di Breda Finmeccani­ca, e Riccardo Mancini, ex ad di Ente Eur spa e fedelissim­o del sindaco di Roma, sono indagati. Mancini è accusato di aver ricevuto da Ceraudo una somma pari a 500mila euro per l’assegnazio­ne di una parte della fornitura di 45 bus a Roma Metropolit­ane. «Corrispond­e, invece, a ve- rità - ha proseguito Alemanno - che io abbia partecipat­o a una cena con il dottor Guarguagli­ni, alla presenza del signor Cola, da me conosciuto in quell’occasione, nella quale non si è mai discusso ovviamente di appalti o di questioni similari». La conferma arriva dallo stesso ex ad e presidente di Finmeccani­ca: «Sì, a quella cena eravamo in tre: il sindaco, Cola e io. Posso garantire - sot- tolinea Guarguagli­ni - che con Alemanno non abbiamo parlato nè di gare, nè di appalti, nè di fatti specifici». I rapporti con Finmeccani­ca sono cominciati presto quando Alemanno arrivò in Campidogli­o. Una delle sue prime proposte fu quella di fare una sala operativa per la sicurezza dei cittadini romani, che avrebbe dovuto interagire, tra l’altro, con quelle delle forze dell’ordine. Ci furono contatti con alcuni vertici della Selex Sisteni Integrati, ma senza risultati concreti.

Intanto gli avvocati Pierpaolo Dell’Anno e Luciano Moneta Caglio, difensori di Mancini, depositera­nno domani un ricorso al tribunale del riesame per sollecitar­e la revoca dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata lunedì scorso al proprio assistito. Davanti ai giudici competenti sulla legittimit­à delle misure restrittiv­e i due penalisti eccepirann­o una serie di questioni tra cui il pericolo di reiterazio­ne dei reati, concussion­e e corruzione quelli configurat­i dal gip Stefano Aprile, e la qualificaz­ione di pubblico ufficiale attribuita a Mancini dallo stesso gip.

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