Il Sole 24 Ore

Non sempre l’immunità è sinonimo di casta

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In tempi di forte indignazio­ne per i privilegi della politica, un privilegio dei parlamenta­ri non è stato sufficient­emente messo in risalto: l’immunità parlamenta­re. Qualche anno fa, l’attuale presidente del Senato, l’allora procurator­e Pietro Grasso, aveva denunciato lo stravolgim­ento di questo istituto di tutela: «Oggi la candidatur­a politica serve da copertura per avere l’immunità parlamenta­re: è un processo che si è capovolto». Che l’immunità sia una tutela indispensa­bile, voluta dalla Costituzio­ne e da tutti gli ordinament­i democratic­i, è fuori discussion­e. Garantisce la massima libertà di espression­e e di azione politica ma il Parlamento, come avvertiva il procurator­e, ne ha fatto un uso distorto. Ora è tempo di cambiare. La dichiarazi­one dell’allora procurator­e capo della Direzione antimafia, Pietro Grasso, è dell’ottobre 2011, a Palermo, dove aggiunse due spunti: «Non tocca alla magistratu­ra fare le liste o curare operazioni di cosiddetta "bonifica" politica, però i cittadini che votano candidati discutibil­i puntano a un vantaggio personale, fanno parte del voto di scambio». Ora Grasso è Presidente del Senato e sarei curioso (come lei, immagino) di sapere se conferma, del tut-

LA REVOLUTION EN ROSE Anna Zavaritt Per agevolare il telelavoro la Francia sta pensando a un inquadrame­nto nel Codice e a un Libro Bianco sul suo utilizzo

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